Cássio Junqueira nasce il 18 agosto 1975 a Dracena, cittadina all´interno dello Stato di San Paolo, da dove molto presto si trasferisce con i genitori a Junqueirópolis. Vi rimarrà fino alla conclusione degli studi superiori. I genitori, entrambi professori, hanno tre figli, due maschi e una femmina, Cássio è il secondo. L´infanzia, per sua stessa ammissione, è felice. Se c´è una predestinazione all´interno del significato dei nomi, non poteva essere stato altrimenti: il poeta vede la luce, infatti, a Dracena, nome della bellissima pianta di origine tropicale, comunemente conosciuta come “tronchetto della felicità”. Junqueirópolis sembrerebbe un tributo al suo nome, sebbene sia una casuale coincidenza. La cittadina è stata in realtà fondata nel novembre del 1944 da Álvaro de Oliveira Junqueira, con cui non risulta ci siano legami di parentela.
A diciassette anni Cássio Junqueira lascia la famiglia per andare a iscriversi alla Facoltà di Economia presso la Unicamp, Università di Campinas. È un ottimo studente, alla fine del corso universitario si laurea con il massimo dei voti. Subito dopo vince un concorso presso il Ministero delle Finanze dello Stato di San Paolo e contemporaneamente inizia a scrivere. L´interesse per le lettere si manifesta in lui molto precocemente. Fin da piccolo leggeva ad alta voce le poesie di Castro Alves, Gonçalves Ribeiro e altri poeti i cui volumi sottraeva dagli scaffali della libreria di suo padre. Aveva una spiccata fantasia e, prima ancora di conoscere Fernando Pessoa, di cui diventerà un assiduo lettore, creava personaggi per se stesso e viveva come se la vita reale fosse mera finzione.
Accanto all´amore per la poesia, il giovane adolescente sviluppa una vivace attenzione per la musica popolare brasiliana: Gal Costa, Tom Jobim, Vinicius de Moraes, Caetano Veloso, Chico Buarque, Maria Bethânia e tanti altri. Lo interessavano più i testi delle melodie.
I primi elementi che lo colpiscono sono i sogni, la magia, l´amore, il dolore, l´infanzia. Di Pessoa coglie le contraddizioni dell´essere, la complessità di cui siamo fatti. Nel settembre del 2003, mentre era al lavoro, all´improvviso, in una sorta di emulazione del “giorno trionfale” pessoano, Cássio inizia a scrivere quella che sarà la sua prima poesia: “vontade de ficar triste”, che dà il via alle poesie che costituiranno, in un lasso di tempo brevissimo, il suo primo libro: a beleza fundamental de todos os lugares (la bellezza fondamentale di tutti i luoghi). Poco prima della pubblicazione del volume, l´autore viene a conoscenza di un´intervista rilasciata da Adélia Prado, che lo colpirà profondamente. Nasce in lui la consapevolezza di un´affinità di sentimenti e, forse, di ispirazione, legata alla forte fede, direi, più che nella religione, in Dio, in un Dio che è semmai, soprattutto nel caso di Cássio Junqueira, il Dio di tutte le religioni, come si evince dalla lettura delle sue poesie. Per quanto riguarda il rapporto con la religione di Adélia Prado, ne dà un´ampia e dettagliata interpretazione Goffredo Feretto, nel saggio introduttivo alla bella antologia da lui curata e pubblicata in Italia nel 2005[1]. In quello stesso primo libro appare la prima poesia dedicata da Cássio alla poetessa, anzi, poeta, come ama definirsi Adélia Prado.
I primi viaggi intercontinentali
Non si affievolisce mai in Cássio Junqueira l´amore per la musica. Mentre si consolida in lui l´interesse e la dimestichezza con la parola poetica, si instaura con la cantante Carmen Queiroz un sodalizio che porta entrambi a presentare, intercalati, versi e testi musicali in svariati incontri culturali; non ultimo, nel 2008, il XIV Festival Internazionale di Poesia di Genova, al quale hanno partecipato fra gli ospiti di spicco, su invito dell´organizzatore Claudio Pozzani. Nello stesso periodo e nell´ambito di una giornata dedicata alla cultura brasiliana, la Fondazione Casa America ha organizzato nella sua sede di Villa Rosazza a Genova un incontro fra due generazioni di poeti noti in Brasile: Antônio Lázaro de Almeida Prado e Cássio Junqueira. Anche in quell´occasione sono stati eseguiti, fra la lettura di una poesia e l´altra, brani musicali da Carmen Queiroz e dalla compositrice e cantante italo-brasiliana Elisa Gatti.
Il secondo libro di Cássio, é só amor, apenas eu (è solo amore, semplicemente io), del 2004, si è aggiudicato l´apprezzamento di Huguette Theodoro, docente presso il “Centro de Estudos e Normas Pedagógicas da Secretaria de Estado da Educação”. Segue a distanza di un anno o lugar em que estou (il luogo in cui sono), presentato in termini encomiastici dal poeta e critico letterario portoghese João Barcellos. È questo il momento in cui Clarice Lispector diventa per il poeta uno dei principali punti di riferimento.
La poesia “Deus fala comigo” (“Dio parla con me”), che dà il titolo all´intera raccolta di versi di quello che sarà il quarto libro di Cássio Junqueira, segna in maniera più marcata l´esordio di un percorso in cui si fa chiara la presenza di Dio nello spirito e nella vita del poeta. Il linguaggio divino si mescola al linguaggio dell´amore, anche dell´amore sensuale, come era già stato interpretato dai grandi mistici. Concezione che trova conferma nell´osservazione, per esempio, di alcune esperienze estatiche. Dio è ispirazione, Dio è vita e amore e la poesia, anche quando è un canto all´amore, risulta essere, principalmente, un canto alla vita. Nel 2007 esce Poeta no divã (Poeta sul lettino). Si tratta di un esplicito omaggio a Adélia Prado e Clarice Lispector. Lo stesso anno l´autore pubblica Só a pessoa sabe o que tem por dentro (Ognuno sa quel che ha dentro di sé), un´ulteriore raccolta di versi, con una nuova nota introduttiva di João Barcellos in cui il critico manifesta il suo reiterato apprezzamento per le doti poetiche di Cássio Junqueira.
L´ultimo libro di poesie, Aprendendo a amar – poemas ou anotações de um ano de viagens. (Imparando a amare – poesie o appunti di un anno di viaggi), è del 2009. Nel risvolto di copertina dell´edizione brasiliana del libro, Cássio scrive che “imparare a amare è una sfida, è senza fine... E questo è il senso della vita!”. Qui il legame con la musica si fa più diretto: come nelle cantigas medievali di lusitana memoria, i testi poetici di Cássio sono pensati per essere musicati. La trasposizione in note è realizzata dal cantante e compositore di Minas Gerais Irineu de Palmira che, con magica sintonia, come afferma il poeta: “unisce la sua musica alla mia poesia, per fare assieme a me delle due cose una sola”.[2]
Il sottotitolo di Aprendendo a amar allude alle esperienze degli ultimi viaggi di Cássio Junqueira al di là della sponda atlantica della costa brasiliana. Superando la paura dell´aereo, di cui parla anche in una poesia che è particolarmente cara a chi scrive, il poeta visita Genova per partecipare al menzionato Festival Internazionale di Poesia e poi New York, da cui egli trae un´impressione di negativo stupore: New York mi intristisce, / almeno quella che ho conosciuto./ Non ci torno più. (da Metropoli). Un´impressione paragonabile in parte alla sensazione che Federico Garcia Lorca esprime nella celebre poesia Poeta en Nueva York.
Originalità
I temi trattati nella poesia di Cássio Junqueira sono quelli che in maggiore o minore misura segnano la vita dell´uomo: la solitudine, il dolore, la nostalgia, la ricerca di Dio, il silenzio, l´amore, la morte, il vuoto, la follia, l´assenza, ma anche la vita e la felicità. Sono, come si sa, tematiche universali: solo per fare un esempio, amore e morte appaiono già associati nella mitologia classica. Nella tradizione letteraria italiana i due termini si trovano indissolubilmente legati da Petrarca ai nostri giorni. Di tematiche comuni è diversa oggi la trattazione, che dipende, naturalmente, da fattori legati alla contingenza, alle fonti culturali, alla sensibilità e alle esperienze individuali. A questo riguardo sono interessanti alcuni chiarimenti dello stesso poeta: “Tenho pensado se minha literatura não é feminina... Se é que isso existe? Mas tenho pensado mesmo assim... Cada vez mais me interessam temas como a transcendência, a vida e a morte, o eterno e o efêmero, o sempre amor e a paixão, cada vez mais me interessam o silêncio (mesmo falar sobre ele) e as formas não rígidas... E isso sempre me parece muito feminino”.[3] (Ho pensato se la mia letteratura non sia femminile... Se è che ciò esiste? Ma l´ho proprio pensato... Mi interessano sempre di più temi come la trascendenza, la vita e la morte, l´eterno e l´effimero, il sempre amore e la passione, mi interessano sempre di più il silenzio (anche parlarne) e le forme non rigide... E questo mi sembra sempre molto femminile”).
Se nell´opera di Adélia Prado la tematica centrale è quella religiosa, tanto da giustificare l´opinione che la poesia sia in lei manifestazione dello Spirito, sembra legittimo domandarsi quale sia la forza dell´ispirazione “divina” nell´opera di Cássio Junqueira, dato che il poeta intrattiene con Dio, in tutta la sua poesia e soprattutto in Deus fala comigo, un dialogo costante. Spesso il poeta sostiene di non pensare quando scrive poesia: “quando escrevo, não penso em nada, apenas expresso algo que sinto necessidade de expressar. a beleza, para mim, é conseqüência da sinceridade; eu não minto quando faço poesia: quando escrevo, quando digo a minha poesia, a do fernando, a da adélia, a do vinicius”.[4] (quando scrivo, non penso a nulla, esprimo solo qualcosa che sento la necessità di esprimere. la bellezza, per me, è conseguenza della sincerità; non mento quando faccio poesia: quando scrivo, quando dico la mia poesia, quella di fernando, quella di adélia, quella di vinicius”).
Cássio esprime spesso sentimenti contrastanti quali tristezza-felicità: “è come se il tempo si fermasse / per farmi respirare profondamente... / e io respiro profondamente... / e la mia tristezza si riempie di speranza... / e la mia vita è piena di felicità nuovamente” ( da voglia d´esser triste); oppure morte- rinascita, così leggiamo in voglio essere libero: “(…) per questo, a volte, divento cenere/ e rinasco”. Ancora, in come tutti “(...) e rinasco / quante volte è necessario. non preoccuparti per me / la mia anima è fenice / muoio, divento cenere / e rinasco più felice”.
Ed ecco un ulteriore esempio: “(...) è facile uccidermi. / puoi uccidermi tutte le volte che vuoi. / ma io rinasco / ogni volta più forte, / ogni volta più vivo”. (da l´anima nelle estremità).
Nella poesia segreto il poeta riunisce in un ventaglio di sensazioni quasi tutti gli elementi che troviamo disseminati nell´arco della sua intera produzione: “ho un nodo dentro di me, / che non mi lascia respirare, / (...) esso è fatto: / di dubbi... / di certezza?! / di amori, dolori, / disamore, / di tristezza, solitudine, / di nostalgia. / di paura, / tanta paura, / e segreto”!
Se la solitudine e il silenzio irrompono qua e là, l´amore è una presenza costante ed è ora felicità, allegria, piacere, ora tristezza, dolore, paura. In ti amo in ogni momento leggiamo: “mi manca il tuo sguardo mentre mi guarda, / il tuo sorriso mentre mi sorride, / il tuo silenzio mentre mi imbarazza”. L´amore è vita, riempie la vita: “(...) senza amore, / non sono nulla, / nulla vale la pena” ( in al santo e al poeta). L´amore è anche l´amore di se stessi: “amo tutto quel che c´è in me: / cose tristi, allegre e il dolore d´esistere” (da amor proprio).
I contenuti dell´opera di Cássio sono espressi in un linguaggio colloquiale, senza orpelli o complicate metafore. Ce ne parla lui stesso in una poesia dal titolo emblematico: la non erudizione:
“non ho alcuna erudizione. / le mie poesie nemmeno. / sono semplici. / parlo con le parole con cui tutti parlano. / mi piace che sia così”. E anche quando, come in io e l´amica pazza, si ha un incipit colto, che è la parafrasi di una celebre poesia di Carlos Drummond de Andrade: “ c´era una pietra lungo il cammino; / la facemmo rotolare. (...)”, si ricava un effetto-sorpresa, per l´imprevedibilità dello sviluppo dal verso iniziale. Da un punto di vista strutturale, tre poesie dell´intero corpus poetico ( Dio parla con me; poesia è letteratura, vicino a Dio), sono particolarmente originali per il loro andamento speculare: la seconda parte del testo poetico è rovesciata rispetto alla prima, come si evidenzia, per esempio, in Dio parla con me:
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Poesia | Só poesia | 9 mag 2010 |
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