Léo Ferré (Montecarlo 1916 - Castellina in Chianti 1993)
Poeta, compositore, interprete, saggista, romanziere, direttore d’orchestra, si colloca tra le figure più geniali ed eclettiche del ‘900.
Padre della poesia in musica nella Francia del dopoguerra e futuro punto di riferimento per le generazioni cantautorali europee, ha elevato la canzone a piena dignità letteraria, parallelamente a una raffinata e complessa composizione musicale che affonda le sue radici nella cultura e nella tecnica della musica classica e sinfonica.
Con lui, a Parigi, in quei mitici cabaret notturni frequentati da Jean Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Albert Camus, Boris Vian, Jean Cocteau, Louis Aragon, André Breton, nasce quella che poi è stata definita “la canzone di Saint Germain”.
Immensa e irripetibile è la sua “messa in musica” dei poeti simbolisti -les maudits- di cui Ferré nell’anima è diretto discendente: Charles Baudelaire, Arthur Rimbaud, Paul Verlaine.
Ma anche altri grandi poeti verranno cantati: Guillaume Apollinaire, Louis Aragon, François Villon, Rutebeuf, Jean Roger Caussimon, René Baër, e i nostri Cecco Angiolieri, e Cesare Pavese.
Di quest’ultimo, segnaliamo due straordinari ascolti “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” e “Uomo solo” (Semplicità”).
È autore di un’opera originalissima ed eccelsa: “L’opera du pauvre”, di alcune sinfonie, d’un libro di poesie “Poètes, vos papiers!”, di saggi su poeti e compositori.
Il suo romanzo “Benôit Misère”, che racconta la sua infanzia, sfiorò il Prix Goncourt.
Innumerevoli i suoi recitals tenuti in tutto il mondo, memorabili le sue direzioni d’orchestra su musiche di Beethoven e Ravel.
Autore dai contenuti visceralmente legati all’utopia anarchica, ha permeato la sua “poesia in musica” di questo anelito per lui insopprimibile, sempre manifestato con forti accenti anatemici e con una scrittura iconoclasta dai picchi surrealisti e visionari.
Dopo il maggio ’68, scrive una sequenza di prose libertarie in chiave di monologo che musicherà senza cantarle, ma recitandole furiosamente in scena.
Artista prolifico, la sua produzione testuale e musicale è così sterminata che in Francia la definiscono la “galassia Ferré”. Si parla di cinquecento canzoni, nastri infiniti e migliaia di pagine ancora inedite suddivise tra pamphlet saggistici, prose poetiche, e forme diaristiche di riflessione e testimonianza.
Léo Ferré scompare a Castellina in Chianti nel 1993, dove s’era trasferito dalla Francia più di vent’anni prima.
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2011 | |||
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Poesia - Erotica | Alma Matrix | 7 giu 2011 |
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