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Juan Calzadilla

Juan Calzadilla (Stato Guárico, 1931, Venezuela)
Poeta, saggista, artista plastico, professore editore e critico d’arte. È stato uno degli integranti del gruppo El techo de la ballena (Il tetto della balena), 1961, movimento artistico vanguardista di Caracas, Venezuela, che si caratterizzò per fare ricerca artistica e poetica dalla provocazione.
“Perché la balena? Per questo giustamente. Perché sarebbe stato facile scegliere il caimano. O perché i signorini esteti avrebbero scelto l’ippocampo. Anche perché la balena sta in mezzo alla bontà e all’orrore, soggetta a tutte le sollecitazioni del mondo e del cielo, col suo dignitoso ventre che ride di Giona e nel contempo inghiottisce un serbatoio di petrolio; tutta estesa da una parte all’altra della terra, perché lei è quasi la stessa terra, o l’uccello minuscolo che becca i suoi denti cariati nei quali nuotano i pesci”. Adriano Gonzalez León, Il tetto della balena, Terzo manifesto.
La produzione letteraria di Juan Calzadilla inizia nella decada degli anni Cinquanta ed è prolifica. Ha pubblicato circa quindici libri di poesia tra i quali occorre citare: Dictado por la jauría (1962), Oh smog (1978), Diario sin sujeto (1999), Aforemas (2004). Bicéfalo (1974), Minimales (1993), o Protofixiones (2005). Nel 1995 Minimales vinse il Premio di poesia “Francisco Lazo Martí”. Inoltre ha pubblicato numerose monografie e articoli sull’arte venezuelano e contemporaneo. È stato direttore di alcune istituzioni museali come la Galleria d’Arte nazionale di Caracas, GAN. Nel 1996 gli è stato consegnato il Premio nazionale di Arte Plastiche. Ha partecipato alle Biennali di Sao Paolo e Venezia. Dagli anni Sessanta ad oggi Juan Calzadilla disegna con la volontà di integrare la motricità della scrittura concepita da lui come una pulsione psichica incontrollata di natura organica, che si sviluppa sulle due dimensioni di un supporto piano, disegni che rappresentano la sua singolare esperienza creatrice.
“Quando disegno-spiega Calzadilla-tramite un agire simile al movimento della mano quando scrive, finisco per concepire il risultato come un testo visuale, composto d’immaginini nelle quali plasticamente parlano segno e senso come una cosa sola. Questo spiega che abbia trovato nella bozza del poema, o nel testo di una pagina, una matrice primaria del disegno dove, inseguendo pulsioni automatiche, realizzo un’immagine di forme astratte o figurative”.
“I disegni sorgono organicamente, d’accordo ad un certo ordine, come se di una elaborazione di un manoscritto si trattassi, oppure di un codice, o di una pagina rigata da cima a fondo con gesti automatici -anche se controllati-, organizzazione spaziale che mantiene rapporti di contrasto con lo spazio in bianco; sonorità e silenzi. Invenzione organica per via subconscia, crescita, proliferare di segni, richiesta di spazio, chiusura e apertura nella cornice degli avvenimenti. Per Juan Calzadilla non esiste il poeta da una parte né il critico d’arte e il disegnatore dall’altra: “Sono un artista integrale e verso questo traguardo punta l’artista del futuro che non farà distinzione fra i linguaggi per spostarsi in qualsiasi campo della creazione, oppure in tutti contemporaneamente”.

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2016
Poesia Musa de Asfalto  10 giu 2016 

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