Stregata, Sefarad
perdeva navi,
sbagliava orari:
complice un pitosforo ,
aveva conosciuto il sapore
dei baci in primavera,
ma un’ape, mai resa regina,
punse Sefarad.
Colse allora,
un nuovo amore,
insieme a coralli, a stelle,
e a tanto affetto,
troppo,
per Sefarad
che invidiava
le ali dei gabbiani.
Così lasciò l’estate,
per l’autunno, Sefarad
per essere rapita
dall’illusione
della stagione eterna.
Là , rimase, Sefarad,
per la poca pesca viva.
All’inizio di un inverno
colorato e caldo,
Sefarad scartò un regalo,
allegro come il mare,
arrivato troppo tardi
per poter cambiar stagione.