Nuvole bruciate damore
sul tramonto
che canta lamenti in lingua
d’oriente,
accarezza la carne
più in profondo dell’anima,
graffia speranze di gabbiani striduli
e unghia e beve sangue dalla vita
intima,
vaso di vetro sfaccettato
di fato
e d’inquietudine.....
e troverò carezze e balsami
parole come petali
freschezza d’acqua limpida
profondità di cieli
domande
risposte d’oasi
e dune di memorie
fughe verso tramonti
e lacrime
e fumi d’oppio in sogni
senza visi conosciuti
carni tremule
e sento nostalgia
di una preghiera
un grido
una carezza a voi
uniche
umane
di granito e d’ambra
di geranio e d’edera
dolcissime,
rimorso
senza limiti.