C’è un’unica poesia che mi
Risuona al cuore reggiseno
scivola fra dune broncio chiare
il desiderio seta
cioccolato rosa di caucciù
da cingommare piano mica sempre
slabbri le focacce nel tepore
e quella riga in mezzo scura
il farsi nudi con ribrezzo
di capezzoli e poi nuovo il tuo calore
il nostro nei tuoi peli carne che si s’offre
e s’apre
fiduciosa all’agonia cercando
pianta con radici e barbe
da intrecciare
“si è svegliata appena
si addormenta forse
sono in ospedale il neon
le tessere malate piccole
il linoleum
quest’aria il bagno qui a parlarti sopra
il water la bambina io donna
appesa ai tuoi respiri ma davvero
io vorrei dormire un lungo sonno
flebo infitta da svegliarmi intorno a te il tuo fiato
la tua bocca o solo lei
potesse addormentarsi la mia bimba”
Bene anch’io stamane in clinica a portare
a depositare il mio bagaglio si viaggia
più leggeri quando
finalmente hanno smesso di fumarti
o di sembrare qualcun altro i martiri
sono gente è
che scrive per le elite
ho perso tutti i miei vocaboli cercando
di durare
Le infermiere verdi grasse basse piccole pettegole
il mio sguardo estraneo finto dolce a madonnare
e l’accendino che ti sei preso in macchina per darti
fuoco o per buttarti giù al bastione io
non sono tanti e sono tutti o niente ti
basterebbero due dita a ridarti la speranza o mi
basterebbero due tette a palleggiare i palmi
come chi contenga in fine un senso
e ne possa felicemente piangere