A te che navighi ormai
in un mare più azzurro
del nostro,
il mio costante pensiero
il mio incessante rimpianto,
la memoria di giorni
che ora mi appaiono
irrangiungibile miraggio.
Ti voglio ricordare marinaio:
appoggiato al parapetto
della nave
a scrutare
orizzonti sempre diversi,
aspettando il ritorno
il sospirato approdo
alla tua Elba lontana.
Ti voglio ricordare pescatore,
chino sui remi o sui tramagli
a rammendare
silenzioso e assorto
anche la rete
dei tuoi pensieri.
Ti voglio ricordare contadino:
l’orto come un giardino,
le piantine in fila,
curate come figlie...
Ti voglio ricordare
come sei sempre stato:
le offese del mondo
sentite come tue,
il pensiero degli altri
prima di te stesso.