Sono qui ad ascoltare
la vita che sfoglia lenta
la corolla dei giorni
che mi è stata assegnata,
regalando ricordi da deporre
ogni sera sul comodino, accanto
all’abat-jour rosalbicocca.
Saranno i folletti irrequieti
delle mie notti
profumate d’infanzia,
quando la vita appariva
perla nascosta da liberare
e far risplendere al sole.
Oh, quelle corse nei campi
fioriti di lavanda e rosmarino
e la trepida attesa
di un innocente incanto!
E poi il tempo dei torrenti
d’amore blu pervinca
mentre il verde accarezza
la sponda e la riva,
vestita di luce,
leviga i sassi.
E quei mirtilli da cogliere
in punta di dita
e da assaporare piano,
come i baci del primo ragazzo,
promessa di scrigno prezioso
da dividere insieme
per gioire del bagliore
di gemme mai còlte.
I ricordi s’intrecciano ai sogni
che mordono il frutto proibito
fugato dalla chiarità dell’alba
e nel torpore delle ore notturne,
vegliate da una luna ruffiana,
tutto sembra possibile e vero:
gli antichi o insospettati amori
reclamano barlumi di vita,
abbracci e nuovi sussurri
stillano da inedita sorgente.
E sono lontani i quotidiani assilli,
i grani di ansie, doveri, attenzioni,
con cui cingere il collo e le braccia;
maschere e ruoli, torti e ragioni
sono spazzati dal vento
in mulinelli remoti
di foglie appassite.
E mi sveglio
creatura nuova
nella nudità dell’anima
senza nome, paese ed età.