C’era una casa in fondo a quel sentiero, una casa senza muri né porte, solo luce, un rifugio con pareti di fiori, nati da dune di sabbia inesplorata. Un luogo non luogo, solo pace, in sottofondo una musica un po’ antica: un violino di zingaro suonava solo in sere di vento e stelle accese. Quasi piangendo la musica tzigana ci guardava negli occhi e si smarriva.