Pensieri acuti oscillano sul vetro,
il tergiscristallo ne scandisce il tempo:
perché mai,per vivere e morire, ucciderò
e poi sarò redento?
Il gatto dorme ora sul cuscino
e la pioggia ritma le sue note,
veloce sinfonia, brusio d’ovatta,
nel grigio cielo che è smarrimento.
E oblio, desueta è la parola,
- ora è nirvana, fumo a spirale, sballo e stordimento –
mi aggrappo ai miei ricordi, alla mia storia,
alle immagini semplici
di un tempo ormai andato.
La casa antica, la stufa, la novena,
dopo la messa il pranzo di ravioli,
le paste della festa da mio padre…
i cipressi per andare al cimitero,
crisantemi e lumini nella mano.
Ho nostalgia di tutto ciò che è stato,
d’una malinconia così dolce e austera,
di quel segno di croce a sera
che da tempo più non m’appartiene.