Davanti a un foglio bianco
Ecco, è proprio un bel momento quando,
calmato il vortice dei “devo”,
mi posso sedere davanti
a un foglio bianco:
sono dea che di zaffiro
può dipingere il cielo,
affollarlo di luna e di stelle
o imbronciarlo di nuvole zingare;
ricreare i sapori d’amore
e danzarli su note di viola;
rovesciare l’impietosa clessidra
e distillare a ritroso i giorni
trascorsi per risentire il suono
di voci ora spente e bagnarli
alla luce di sguardi ormai muti.
E poi, come creta il vasaio,
userò le parole per regalare
forma a quest’anima,
che è rovo di marzo
passo di sonnambulo
bussola senz’ago,
e definirla.
E cristallo di rocca,
al mio sguardo che indaga,
sarà, finalmente,
e sentiero di bosco
oppresso dall’ombra
che s’apre a radura
e infine si scalda
al tepore del sole.