Una melograna spiaccicata
sull’urlo di Munch
una tomato’s sauce
sul manifesto calpestato
dell’infanzia abbandonata
preferisco un soft drink
in cristallo di Sèvres
che rifletta le trine damascate
della veranda
aperta su stagni
pieni di cigni
ripiegati
immobili
- Lucille!!! Dove sei, ma belle? -
- Tout le monde c’est pais -
- J’aime mon pais, mon Dieu! -
- C’est une pause de la pièce...
voilà les acteurs a saluer le publique! -
la profondità del sogghigno
implode
nel foyer
alla prima
- Enchanté madame! Sta troia! -
farmela...
addosso
adesso
Sorridi, convinto!
La vita si agguanta
poca o tanta...
per la rima
ma è vero
che sono demodé
come una viola
del pensiero?
- Vai nell’angolo bambino cattivo!
Lo dico a tuo padre! -
giaculatorie
in labirinto
- Parlami d’amore Mariù -
o mai più
annegano peonie
lascive
imputridendo la superficie piana
profumata di niente
sorridono maschere d’argilla
sopra il porticato
carnascialesche
improbabili domande
d’ozio e baccanale
un carnevale triste
ride
sulle gondole nere
nel Canale.