- Chi è quella Signora che ti ha salutato?
- Una signora. Perché?
- Sembra una Regina.
- Che idea!
- Fuma.
- Allora? Anch’io fumo.
- Sì, ma non tieni in mano la sigaretta, a quel modo, col braccio alzato. E’ diverso. E poi lei sta seduta appoggiata sulla sedia vicina. Guardala, sembra tutto suo.
La signora in questione - se non l’aveste capito- stava fumando dopo aver pranzato, in un ristorante cittadino, prima dell’entrata in vigore del divieto, ignara dello sguardo indagatore di un bambino.
Si trattava di un esemplare di narciso femmina molto raro, il cui narcisismo si riconosceva a prima vista. Alta di statura, gambe lunghe, seno esondante, vestiva in maniera eccentrica, ricordando nel portamento e nel modo di camminare Crudelia Demon, noto personaggio del film " La carica dei 101" di W.Disney.
Passava per strada come se stesse attraversando un feudo tutto suo, guardava le persone dall’alto in basso, ma se intuiva che qualcuno poteva tornarle utile per raggiungere uno scopo, piccolo o grande non aveva importanza, faceva leva sul suo carisma per irretirlo. Mirava ad accumulare soldi, a soddisfare le sue pulsioni sessuali e soprattutto ad aumentare il suo potere.
Che donna ragazzi! Si comportava al pari di un uomo, cioè a quella tipologia di maschio che si spera venga estirpata al più presto dalle nuove generazioni: i figli di mammà cui tutto è dovuto.
Il narciso è una pianta bulbosa che si coltiva con facilità, il cui colore predominante è il giallo o il bianco. E’ un fiore molto comune che spicca nel verde dei giardini e dei campi dove vive e prospera una specie selvatica.
Il bambino aveva intuito la verità, Tuttalei aveva assunto un ruolo simile a quello di una regnante.
Legata al Potente della città da un patto di sangue, poteva agire sul territorio liberamente. Donna furba, non aveva siglato nessuna carta ufficiale, gli aveva messo il collare concedendosi al suo unico figlio, un ragazzo timido che a 30 anni camminava a testa bassa, con le spalle leggermente curve; ad osservarlo veniva una tristezza, una tristezza che le lacrime scendevano copiose dagli occhi delle persone sensibili ai problemi sociali. Era bello, eppure era coccolato solo dalla famiglia. Qualcosa che non andava ci doveva essere. Forse un po’ di cocaina gli avrebbe tirato su la schiena e qualcos’altro.
In ogni caso, i genitori erano consapevoli che il carattere ombroso e insicuro l’avrebbe portato diritto verso una vita monotona, piatta, adatta ad un vecchio, penosa per un trentenne. Era un triste, camminava sul crinale della depressione e Tuttalei sfruttò ampiamente la situazione.
Il narciso è un fiore molto profumato. Possiede qualità terapeutiche ed è …velenoso.
Fu un gioco da ragazzi per Tuttalei infiltrarsi nella potente famiglia, prendere in mano le redini del patrimonio e diventarne la consigliera a tutto campo; una bazzecola per una tipa come lei, dottore in economia e commercio, titolare di uno studio nel quale un’attenta e affezionata segretaria e ragioniera svolgeva la maggior parte del lavoro che lei si limitava a firmare.
Si piazzò dunque nella casa bunker del suo amato, una villa in collina appena fuori città, dalla quale usciva truccata con cura, vestita con abiti di marca, sorridente, con un rossetto sgargiante sulle labbra pronte a baciare, a deridere, a ghermire, a lisciare con sorrisi ammalianti, il pelo a chi voleva lei.
Si favoleggiava che avesse una muta di cani di razze diverse, tutte di stazza grande. E di stazza grande era il suo desiderio di potere, da conquistare ignorando leggi ed etica professionale e civile.
Il mito di Narciso non ha niente a vedere con il fiore, il cui nome deriva dal greco “narké” che significa stordimento perché nell’antichità ritenevano che l’essenza del suo profumo contenesse proprietà narcotiche.
Tuttalei era un’assidua cliente della profumeria più fornita, dalla quale usciva salutando con la formula di rito: - poi passo a pagare.
Lì acquistava prodotti per centinaia di euro, molti dei quali per la mania di spruzzarsi abbondantemente con un profumo francese a base di narciso.
Gli eccessi producono sempre delle reazioni e finì per irritare il negoziante, ahimè, allergico alla narcissina. Il commerciante aveva cominciato ad accusare malesseri di tipo infiammatorio e i test antiallergici avevano riscontrato che la sua allergia era dovuta all’inalazione del profumo di quel magnifico fiore che anche la sua commessa preferita usava con abbondanza. Si era documentato e, in effetti, la narcissina in chi non la sopporta influisce sul sistema nervoso e sulle membrane dello stomaco e se inalato in dosi massicce diventa un veleno mortale.
Oltre ad avere proprietà narcotiche il narciso è un fiore legato al mito dell’Averno, luogo in cui si finiva e spesso si ritornava, indicava la morte e l’inconscio.
Tuttalei si avviava verso la morte in maniera spavalda. Si sentiva onnipotente e si comportava come tale. Quando si ritrovò tra le mani la lettera dell’avvocato che la invitava a saldare il suo debito in profumeria scoppiò in una fragorosa risata. Non esistevano prove contro di lei: né riguardo ai debiti lasciati nei negozi, né riguardo agli ammanchi scoperti nei bilanci dell’azienda del potente del quale godeva di piena fiducia. L’invulnerabilità, di cui si sentiva investita, la spinse a desiderare ancora di più di quello che avevo ottenuto e cominciò ad incitare il suo amante perché sostituisse il padre al vertice dell’azienda.
Il vecchio si rifiutava di mollare il potere: - Non hai accumulato abbastanza esperienza per dirigere l’azienda da solo. Affiancami per qualche anno, quando andrò in pensione sarà tutto tuo.
La dea Afrodite apparve a Paride immersa in un campo di narcisi.
Lei fremeva, quel vecchio bacucco doveva andarsene e lasciare soldi e potere a loro, ma si mostrava irremovibile nella sua decisione.
- No! Io sono il padrone e dirigerò l’azienda sino a quando le forze me lo permetteranno.
Alla Signora non restò che ideare un piano per ucciderlo, ma non ebbe bisogno di attuarlo: un pomeriggio verso le diciannove, il vecchio stava facendo il bagno e, come sua abitudine, non aveva chiuso la porta a chiave, per essere soccorso in caso di malore.
Tuttalei entrò, fece cadere la pelliccia e gli si offrì nuda in cambio del passaggio delle consegne al figlio. Alla vista di tutto quel ben di Dio, un collasso cardiocircolatorio si portò nell’aldilà il potente. Tuttalei rimase impassibile, mentre l’uomo scivolava nell’acqua privo di vita, con un ghigno a metà tra un sorriso e una smorfia Era fatta.
Il narciso è indicato come il fiore degli inferi non tanto per le sostanze medicamentose e i veleni che contiene quanto per la sua forma e il suo pallore.
Nessuno sospettò che fosse coinvolta nella morte del potente, tuttavia, Tuttalei finì ugualmente in manette per colpa degli ammanchi di bilancio scoperti da un solerte impiegato, anche lui allergico al profumo di narciso, che starnutiva ripetutamente quando la Signora entrava nella stanza in cui lui lavorava. Fu portata via di casa all’alba, i reporters, che guarda caso sono sempre presenti da far pensare che possiedano doti di preveggenza, la immortalarono con le mani legate, mentre veniva scortata verso la macchina della benemerita.
Al ristorante dove era solita pranzare con il figlio del potente, nessuno la ricorda più. Eppure era stata un narciso non comune e delle sua storia potete conoscere altri particolari, se non siete allergici alla polvere, nelle pagine dei giornali della città.
Esistono varie specie di narciso, a tinte gialle, a due colori, a tinte bianche e rosa, narcisi doppi come questo che vi ho illustrato. Sono così numerose le specie di narciso e così diverse per aspetto, forma e dimensione che c’è chi ha tentato di catalogarli. Anch’io sono un Narciso e un Narciso è il mio amato. Ci specchiamo uno con l’altri ed è un narcisismo bellissimo da vivere.
Ah! Dimenticavo. Se volete ammirare i narcisi senza muovervi da casa, accendete la televisione, vi spuntano e vi muoiono in continuazione: politici, attori, giornalisti, documentaristi. In ogni campo c’è un narciso pronto a sbocciare da un bulbo e i bulbi, è cosa nota, hanno vita breve.