Qui l’estate gocciola lenta il suo miele
tra cieli imbronciati
e abbagli di luce improvvisa
sui rovi fioriti di more viola
e l’uva che pigra matura nei campi.
Qui è estate o parvenza d’estate
tra i drammi privati di sempre,
il chiaro d’una notte d’amore
vegliata di luna e l’aprirsi d’un
fiore d’ibisco in giardino.
Qui è pace o parvenza di pace.
Laggiù non lontano
è morte e rovina
il pianto del lutto,
il solco dell’odio,
la tentazione in agguato
della forza sovrana,
la precaria scommessa
di rinunciare alle armi
per imbiondire quei cedri
e rifiorire il deserto.
Là è guerra o memoria di guerra.