Pier Paolo Sciola
Autoscatto 2 - Scarpe

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Titolo Autoscatto 2 - Scarpe
Autore Pier Paolo Sciola
Genere Racconti Brevi      
Pubblicata il 04/06/2007
Visite 2080
Scritta il 04/06/2007  
Punteggio Lettori 97

Autoscatto 2

Scarpe



I problemi cominciano la mattina presto, al risveglio, intorno alle sei e mezza.

Mia moglie giace accanto a me, distesa su un fianco, mi volta le spalle. Dalla regolarità del respiro, dalla sua pacatezza, deduco che è ancora addormentata. La discussione di ieri sembra non avere lasciato tracce nel suo subconscio. Anche se è stata pesante. Come lo sono tutte quelle fra noi, ultimamente.

Ci sono cinque paia di scarpe sul pavimento, di lato al letto, che aspettano di essere scelte.

È arrivata la bella stagione, potrei calzare tranquillamente le pantofole. Ma portare le pantofole darebbe alla mia giornata un’impronta di relax e non azione che io non voglio assolutamente darle. È vero che sono di riposo – il che escluderebbe dall’elenco delle possibilità i mocassini neri che di solito indosso, con l’abito, quando sono di turno – tuttavia potrebbe arrivare, come capita spesso, una chiamata in reperibilità. E a me sinceramente non va di non farmi trovare pronto all’occorrenza, non è nel mio stile. Per giunta ogni mese mi pagano per essere così disponibile, è previsto dal contratto.

Potrei mettermi le scarpe da jogging – le Reebok azzurre e bianche – ora si chiamano così. Un tempo erano solo scarpe da ginnastica, e ancora prima semplici scarpe da tennis, quando il tennis era uno sport da ricchi e i poveri, ma non tutti, potevano permettersi soltanto le scarpe per sognare di essere quello che non erano o non sarebbero mai stati. Ma le Reebok le metto solo al pomeriggio, per la passeggiata ai giardinetti con Cadmo, il golden retriever, che è come un figlio per noi, ora che ci siamo rassegnati a non poterne avere di nostri. Le indosso anche la mattina, talvolta, se la mattina prevede qualche mia uscita di casa per spese o commissioni varie. Ma oggi non è giornata di commissioni. Non ci sono nemmeno bollette da pagare, e Cadmo lo porterà Lia a passeggio questo pomeriggio, è il suo turno.

Ci sono le polacchine che metto di solito per stare comodo in casa. Le utilizzo anche se c’è da fare qualche lavoretto giù in garage o in giardino. Sono le scarpe che metto più di frequente, ed è proprio questo uso frequente che le ha logorate anzitempo, annerendo e rendendo piuttosto liso il camoscio sintetico, o il cuoio rivoltato – non saprei dire – di cui sono rivestite. Inoltre uno spacco a croce si è appena formato nel soprascarpa di una delle due, adesso non ricordo bene se sulla destra o sulla sinistra. Sono da buttare, non me la sento di andare in giro come un barbone, non offrirei mai un simile pretesto a mia moglie.

Potrei optare per le ciabatte de Fonseca in poliuretano espanso, comode non c’è che dire, anche se questo darebbe ai primi passi del mio risveglio un andamento da vacanziero un po’ troppo anticipato. Cosa che, data la stagione, non posso ancora permettermi.

Quasi quasi mi alzo scalzo, a piedi nudi – il parquet che ricopre il pavimento della stanza da letto me lo consente tranquillamente. E me lo consentirebbe lo stesso rovere che lastrica il disimpegno, ma non – e questo è il guaio – le comuni pianelle in ceramica che rivestono il pavimento del bagno. Non mi ci vedo a orinare a piedi nudi sulle goccioline di pipì che stanno di solito davanti e intorno al water, non sarebbe da me.

Che fare allora? Quale opzione privilegiare? E poi, anche, quali abiti indossare, quali indumenti abbinare al paio di calzature che prima o poi dovrò risolvermi a scegliere? O restare addirittura l’intera giornata in pigiama, come il degente di un qualsiasi ospedale? Che male ci sarebbe?

Accanto a me, Lia dà un qualche segno di risveglio, ha appena mosso le gambe. Tra poco si stiracchierà, si schiarirà la gola per avere il solito grugnito di risposta. Poi scivolerà via dalle lenzuola, senza voltarsi indosserà la vestaglia, infilando al buio i piedi nelle pantofole. Può darsi che mi chieda qualcosa, che mi faccia una domanda. Ecco, se mi chiederà qualcosa, io le dirò: “Oggi ho deciso di non alzarmi”.

Sì, se me lo chiederà, io le risponderò così.

(Pier Paolo Sciola)

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