La neve racchiusa in cubetti
si coglie nel vano del frigo,
flash di luce allo iodio.
Sul Monte Cifatte
dei alati con corteo di unicorni
e satiri ebbri dai ghigni sbilenchi,
sardonici spazi di piccole menti,
tra un breack e uno snack
…che il thriller riprende.
Il capo posato su morbide piume
fasciate Bassetti
e i densi pensieri presagi a tempeste
chiedon sollievo alla nimesulide,
prima che venga poi tolta ne ho fatto provvista.
Muri ciclopici e resti di Troia,
che forse era destino
la scoprissero in molti,
e la natura paziente,
in mancanza di fondi,
ci ributta lenzuoli di sabbia
e lei seno e gambe nasconde.
Elena, quasi più non si usa,
ha avuto una bimba
ed è bella:
varrà mai una mela?
Son rosse e in fila, vestite alla festa,
poi verdi, poi pallide,
peccati mortali…
e in molti ci han fatto fortuna
consacrati al lavoro
e tu mordi e non sbucci
e poi butti
il più buono…
diceva mia nonna,
giocando alla tela
con ceci e fagioli
col lume a petrolio
protetta la fiamma
dal vetro:
animula blandula
hospes comesque vesperi
dulcissima et fragilis.