Capelli di seta
sfiorano il viso,
ride
negli occhi
la vita,
la vida loca,
sorriso di coca
cola
e l’orecchino
sul lobo
e sul labbro,
sul seno,
e il tatuaggio,
una grande farfalla
che affiora
al profilo dell’anca,
e poi scende
lo sguardo
alla greca
sul piede bambino,
fasciato di niente,
appoggiato
alla voglia di vita,
smarrita,
alla cicca che brucia
le dita,
incrociate,
e la sera
è dietro lo sguardo
e non son io
che guardo,
è la notte
inghiottita,
la rugiada
di un’alba ancora
una volta svanita,
mentre il mare
sgrana un rosario
di onde,
brevi
e profonde,
e suonando,
giocando,
nasconde,
gemendo,
ogni traccia,
ogni traccia,
di pianto.