Forse era felicità
il sapore di quelle mandorle
tenere nel loro guscio duro
nelle corse pei campi, da ragazzi
e il rosso dell’uva che si pigiava
a gara coi piedi dentro il tino
sudati e appiccicosi ma festanti
nell’esultanza del sole settembrino;
forse era felicità
la strana umidità del primo bacio
al buio di quel cinema
di un film poco guardato
e l’amore della prima volta
aspro come un’arancia verde
ma profumato del giallo di ginestra;
o baciare ai miei figli, appena nati,
le testoline implumi,
di passerotti liberi dal guscio
e sentirli come doni preziosi, immeritati
di una natura meravigliosamente amica.
Forse era felicità
bagnarmi nei tuoi occhi innamorati
dopo l’amore bevuto come acqua di sorgente
con l’illusione ingenua d’essere i soli a vivere
quegli attimi di intensa provvisoria eternità.