Sorella, non lasciare che la paura
diventi il tuo pane quotidiano
e t’induca a spengere lo sguardo
sulla vita che può essere altro
da quello che ti offre un compagno
violento che annega il rispetto
che ti deve nelle mani alzate
sulla tua ansiosa fragilità.
Non scambiare per amore o gelosia
lo stillicidio dei soprusi giornalieri
la parola cattiva che ti ferisce l’anima
l’umiliazione che cancella il riso;
non credergli, anche se poi si scusa,
se promette di non farlo più,
se cerca di comprarti
con un sesso senza tenerezza
e aspro come un’arancia amara.
In te odia forse la femminilità
che non si riduce al puro istinto
ma profuma di dolce saggezza;
e la forza delle idee, la speranza,
l’intelligenza operosa e la pietà.
Forse ha paura del tuo corpo
di miele e di dolore,
fragile e sublime
a plasmare la vita o rinnegarla!?