Si dice: vittime del terremoto
in quelle bare di mogano o bianche
tutte accanto
a farsi compagnia
come aiuole ricoperte di fiori
in questa primavera
di disincanto.
Si dice: fatalità, destino
gente fiera e dignitosa
gli Abruzzesi.
Ma la terra fa il suo:
si scrolla, s’aggiusta, si sistema
per continuare il suo viaggio
quasi eterno per noi nell’universo.
Chi sbaglia spudoratamente
sono gli uomini, certi uomini almeno.
Sono loro per incuria, per disprezzo
per lucro, leggerezza, sciatteria
a interrompere i giochi di quei bimbi
i progetti di vita d’amore di speranza
di quei ragazzi rimasti all’Aquila a studiare
per poi godersi in santa pace le vacanze.
Pasqua amara, Pasqua di lacrime e dolore.