A Patrizia
Quel che più mi manca
è il tuo sguardo lucido
sul mondo;
il tuo giudizio sicuro
su eventi o su persone
ispirato non da presunzione
ma da un’intelligenza
acuta
e libera
da ogni pregiudizio.
Quel che più mi manca
è la tua calma paziente
quel non lasciarti
condizionare
da nulla
se non dal tuo pensiero;
la tua curiosità
del mondo e della vita;
quella tua accettazione
delle sfide
d’ogni natura fossero:
le mani alla tastiera
o a sfogliare
come quasi sempre
libri
o a tagliare e cucire
come una sarta vera.
Quel che più mi manca
è quello che sapevi
e che porgevi
senza salire in cattedra
come solo i veri maestri
sanno fare;
e quel passo franco
d’eterna ragazza
cittadina;
quel tuo vestito giallo
splendido sull’abbronzatura.
Quel che più mi manca
è vederti in bici
o a spasso con i bimbi;
le chiacchiere e le risate
per strada o sulla spiaggia
per qualche ora
in vacanza
dai problemi;
e quel tuo ciglio asciutto:
una lezione
che non ho imparato
ancora
come invece
da sempre
sapevi bene tu.
Gisella
21 dicembre 2010