Titolo | Canto il mare | ||
Autore | M. Gisella Catuogno | ||
Genere | Poesia | ||
Pubblicata il | 17/05/2012 | ||
Visite | 3149 |
Canto il mare che m’insegna la tenacia
dell’acqua a disegnare la roccia
addolcendo asperità ed eccessi
e riducendo all’essenziale,
all’anima, al principio
senza scorie, orpelli e infingimenti
quel che lambisce fustiga e percuote.
Il mare non tradisce e non perdona:
esige il rispetto che merita
chi è padrone degli uomini
per qualità, non raccomandazioni.
Può mostrarsi tenero come un padre
quasi immoto, carezzevole, ciarliero
specchio fedele di chi lo sovrasta
e intimidisce e piega e umilia
dettandogli l’umore, l’abito, la voce;
ma guai a rinnegarne il potere, in Terra:
fa strame di vite, affetti, progetti
s’infuria, s’apre, divora, ingoia
raramente restituisce.
Ti canto, mare, perché sei forte e dolce
comandi ed ubbidisci
non hai un colore, indossi il cielo
e mai sei uguale a ieri
mai sei quello di domani.
E come te m’infurio, mi placo, paziento
nutro le mie maree
m’incanto della luna
lambisco le mie spiagge
assaporo il sale
di un’inquietudine antica.
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