Titolo | Versus Vertigine | ||
Autore | Margherita M Scelzi G Apisa | ||
Genere | Attualità cultura | ||
Pubblicata il | 24/10/2012 | ||
Visite | 7225 | ||
Editore | Liberodiscrivere® edizioni | ||
Collana | Spazioautori N. 137 | ||
ISBN | 9788873884064 | ||
Pagine | 92 | ||
Note | poesia e immagini; testi di Grazia Apisa Gloria fotografie di Margherita Marchese Scelzi | ||
Prezzo Libro | 10,00 € | ![]() |
VERTIGINE
Qualcosa tra l’essere statuario e il movimento
Come se il movimento fosse inciso sulla pietra e al contempo immortale
pietrificazione dell’immagine vivente
nella sua esuberanza contratta
Contrazione della forma essenziale
L’essenza non può essere tradotta in immagine
ma qui l’immagine traduce l’essenza
riplasma la vita, l’indefinibile della fotografia
che tuttavia definisce l’immagine nell’emozione pietrificata e vivente
Sguardi che sembrano uscire dal tempo
entrare in una dimensione estatica dove la bellezza dei volti
imprigiona lo sguardo dell’osservatore
magneticamente attratto
La luce e l’immagine
arrivano al centro dell’emozione
e non vogliono lasciarci
Resto dentro e fuori
estromessa e invadente
Voglio restare su quei due volti
sulle lunghe soavi mani
nell’intreccio dei corpi
nella dimensione folgorante
degli sguardi
rimasti lì ad attenderci
Siamo tra realtà e iper-realtà
Un cavaliere nitido domina la scena
scena che sembra occultarsi in una lunga ombra
Nel gioco luce-ombra immagini quasi oniriche
s’intravvedono
Un cavallo si muove su ali di luce a raggera
Il paesaggio diviene metafisico:
L’incedere solenne si ferma a un tratto
come un sostare pur nell’incedere
come un incedere pur nella sosta.
Dinamica del movimento bloccato
in cui lo spazio pare dissolversi
e l’oggettuale animarsi di forme fantasmatiche
Vertigine del vuoto
movimento verticale di spazi
come i pavimenti in piano dell’ Attesa Velata
piani che salgono fino alla vertigine
anche in orizzontale
Verticalità e orizzontalità si equivalgono
nell’effetto destabilizzante
Soltanto i volti assorti e lontani sembrano
aver trovato pace nella ricerca di un sicuro appoggio
un attimo di stasi nel rientrare all’interno di sé
dove il sogno li placa
“Io sono il sempre
sono il mai
Sono l’incognita”
Qui abita l’emozione di Leo Ferré
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