M. Gisella Catuogno
da “Nuovi Salmi“ Salmo 142

Titolo da “Nuovi Salmi“ Salmo 142
Autore M. Gisella Catuogno
Genere Poesia - Teologica      
Pubblicata il 04/02/2013
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E' un'opera a cui hanno partecipato 150 poeti, per tentare una riscrittura, in chiave moderna, dei Salmi biblici. Sono stata invitata anch'io.
La prefazione è di Barberi Squarotti.
I curatori sono Ribaudo e Dino.

 

 

Presentazione di Marco Scalabrino

 


NUOVI SALMI
a cura di Giacomo Ribaudo & Giovanni Dino Edizioni I Quaderni di CNTN – Palermo Ottobre 2012

9. Testimonierò col silenzio e col tamburo / il Tuo nome.

Avevo scritto dei Salmi – annota Giovanni Dino – secondo una mia personale esplorazione “nella quale facevo entrare la mia vita nel Salmo e viceversa. Parlando una sera con padre Giacomo Ribaudo, egli mi disse: Sui Salmi si sono sempre fatti studi biblici e teologici ed anche belle traduzioni. Ogni anno vengono pubblicati nuovi lavori e altri vengono aggiornati. Quello che tu stai facendo è un percorso un po’ nuovo e diverso. Decisi quella sera di continuare e ultimare [quel mio percorso] non più da solo ma a più mani, iniziando dalla sua esperienza e collaborazione.”
Assieme con Giobbe, Proverbi, Ecclesiaste, Cantico dei Cantici, Sapienza ed Ecclesiastico, i Salmi costituiscono uno dei libri didattici dell’Antico Testamento. Raccolta di “inni e canti religiosi ebraici –illustra Monsignor Vincenzo Bertolone – esprimono un lungo ininterrotto dialogo tra Dio e il suo popolo e possono essere distinti in lamentazioni individuali e pubbliche, inni e canti di lode a Dio, preghiere di ringraziamento, di benedizione e di maledizione, libri sapienziali e profetici.”

53. Signore / come uno stolto … nelle stanze opache / del mio giorno / vivo.
74. Il nulla ed il denaro sono la novella peste / scorrono tutti i giorni vuoti ed amari.
142. Sono padroni cemento [e] arroganza … si sciolgono i ghiacciai, avanza il deserto / è depredato … il mare … esistono … schiavi, oppressi e derelitti … pochi hanno moltissimo / e troppo poco altri.

E così, in ossequio al precetto del Salmo 149 [Cantate al Signore un canto nuovo], ecco il comunicato del 30 maggio 2010. Dalle pagine di CNTN (cieli nuovi terra nuova), don Giacomo Ribaudo, direttore editoriale del periodico, e Giovanni Dino, coordinatore del progetto, si fanno i promotori di una ambiziosa “operazione poetico-culturale, oltre che biblico-teologica” che aggreghi in una unica opera autori di tutta Italia e invitano pertanto poeti, scrittori, saggisti, giornalisti … a comporre nuovi canti al Signore. Canti che, pur ispirati ai Salmi, pur esaudendo lo spirito e la lettera di quel precetto, loro auspicano possano “risentire di rivisitazione”, possano, cioè, essere ricostituiti “in una versione attinente al tempo culturale e poetico presente”, possano avere “contenuti, visioni, motivi poetici originali.”
Si colgono, nella formulazione di questo invito, due aspetti – poi palesemente esplicitati nel comunicato n°3 del 26 marzo 2011 – assai interessanti: 1°. che “non gli addetti al lavoro, come biblisti, studiosi della Parola o teologi” saranno i nuovi salmisti, bensì “la voce fuori campo del poeta”; 2°. che agli odierni autori si chiede di “essere se stessi davanti a Dio, all’uomo e alla storia, non rinunciando alla propria personalità critica e al proprio modo di essere e partecipare alla vita e al mistero della fede”, si chiede che il nuovo salmo sia “composto con massima libertà”, che si usi “un linguaggio personale com’è nel proprio modo di comporre poesia, liberi da ogni pregiudizio e ingombro”, affinché si possa “continuare a far parlare Dio attraverso la visione dei poeti di questi tempi”, affinché quella parola “continui ad essere viva ed edificante.”

33. In questo mondo sprezzante e folle … è arduo rintracciarti nel volto / del barbone metropolitano, negli occhi del gitano … è arduo intuirti nell’iride della cascata … nel virgulto d’edera.
133. Diversi … per popolo, / pelle e cultura / l’amore / ci riscopre / fratelli / con le radici nel cielo.
87. Anch’io / sono il Tuo tempio … hai pronunciato al Fonte il mio nome.

“Una bella sfida”, ha considerato qualcuno.
Non pochi hanno rinunciato: alcuni perché non hanno mai scritto su commissione; parecchi perché non si sono ritenuti all’altezza. “Questi nostri amici – appuntano don Giacomo Ribaudo e Giovanni Dino, il 24 ottobre 2010, nel comunicato n°2 – non sanno che i loro timori, i loro limiti sono i timori e i limiti di tutti.”
Tra coloro che hanno aderito nomi noti della cultura italiana contemporanea ma anche qualche giovane penna. Ne scorriamo, oltre a Don Giacomo Ribaudo e Giovanni Dino, una carrellata: Anna Maria Tamburini, Stefania La Via, Anna Maria Farabbi, Anna Ventura, Domenico Pisana, Franco Loi, Marco Scalabrino, Daniele Giancane, Daniela Monreale, Massimo Sannelli, Cristina Casamento, Stefanie Golisch, Francesca Luzzio, Francesco Federico, Rosaria Di Donato, Stefano Rovinetti Brazzi, Lina Riccobene, Senzio Mazza, Roberto Maggiani, Annalisa Macchia, Lucio Zinna, Maria Concetta Naro, Emanuele Verdura, Giò Ferri, Licia Cardillo, Franco Campegiani, Franca Alaimo, Ester Monachino, Elena Saviano, Carmelo Pirrera, Silvana Blandino, Nico Bertoncello, Claudia Radici, Antonella Pizzo, Domenico Cara, Meeten Nars, Eugenio Giannone, Antonio Spagnuolo, Gianmario Lucini, Antonio Fiori, Maria Antonietta La Barbera, Cristina Annino, Melo Freni, Pietro Civitareale, Dante Cerilli, Flora Restivo, Fernanda Ferraresso, Paolo Turturro, Lucianna Argentino, Alessandro Ramberti, Margherita Rimi, Gero Miceli, Maria Gisella Catuogno, Germana Duca Ruggeri, Anna Maria Curci, Giusi Maria Reale … in una larga partecipazione geografica che va dalla Sicilia al Piemonte, dal Veneto alla Sardegna, dal Lazio alla Puglia e che copre località da tutto lo stivale: Palermo, Terni, Taranto, Genova, Rieti, Roma, Venezia, Varese, Torino, Vicenza, Firenze, Ragusa, Milano, Bergamo, Ancona, Bolzano, Potenza, Perugia, Padova, Verona, Sassari, Bari, Agrigento, Cosenza, Napoli, Trapani, Sondrio, Rimini, Chieti, Siracusa, Caltanissetta, Salerno, Bologna, Siena, Catania, Asti …

105. Nel Padre sei giudice, nel Figlio imputato.
70. Tu, che di dure pietre puoi far pane, / fa’ ch’io diventi il tuo strumento.
36. La Tua ala / d’aquila smisurata … scende giù / a liberare la catena / della nostra colpa.

Dopo un faticoso avvio, il lavoro prende forma e don Giacomo Ribaudo e Giovanni Dino allestiscono il comunicato n°3: “Questo nuovo lavoro letterario si presenta originale ed unico nella storia della letteratura di tutti i tempi. Nuovi Salmi è da intendersi come una cosciente e responsabile interpretazione del salmo assegnato alla luce dei tempi attuali.”
Traiamo dalla prefazione di Giorgio Bàrberi Squarotti: “L’idea di proporre ai poeti d’oggi la riscrittura di tutti i Salmi, da reinterpretare alla luce della nostra concezione della poesia e della responsabilità attuale del sacro, nel tempo tanto contraddittorio e drammatico, è stata una sfida ardua e grandiosa, sublime e ansiosa. Il salmista attuale ha potuto privilegiare non soltanto l’argomento specifico del singolo salmo, ma ha potuto attualizzare il messaggio religioso e spirituale e sacrale di esso, nello spesso strenuo e appassionato confronto fra tema originario ed esperienza contemporanea. I nuovi salmisti si dividono in due prime, grandi categorie. L’una è della riscrittura del salmo nell’attualizzazione di linguaggio, costruzione, immagine; l’altra è quella della novità spesso notevole dell’argomento e dello stesso intento spirituale o più specificatamente sacrale, nella tesa aspirazione a usare il termine “salmo” per rilevare più efficacemente la voce pur tuttora fondamentale della presenza di Dio. Molti testi attualizzano il discorso biblico alludendo ai costumi dei nostri tempi, alla politica d’ora, alle condizioni presenti nel mondo, in forza della consapevolezza che Dio è uguale al di fuori del tempo.”

65. Si cammina danzando per le vie. / Si riposa abbracciati al Tuo silenzio.
47. Sono nel tuo cantare / un sasso / che all’inizio dei tempi / fiorirà.
21. Le nostre voci innalzeremo al cielo / per inneggiare alle tue meraviglie.

Il volume consiste di 157 testi (sette Salmi infatti: i numeri 6, 13, 23, 40, 105, 109 e 116, sono stati reinterpretati da due autori), più quattro altri elaborati inseriti di seguito nella sezione Altri Poeti.
Tutti in italiano, tranne due in dialetto, il 22 e il 69, diversi brevi o brevissimi altri assai lunghi, in versi sciolti eccetto un caso di terzine dantesche, il 17, e uno di distici a rime baciate, il 139, per la più parte riletti in maniera ortodossa, in altre circostanze con coinvolgimento delle esperienze personali, nella attualità, con soluzioni liriche e formali originali.

Già esposti in una essenziale selezione taluni degli esiti a nostro avviso più felici, chiudiamo con una significativa considerazione, quale riteniamo sia la presenza, in parecchi degli odierni Salmi, di Cristo; presenza, ovviamente, non rilevabile nei “vecchi” Salmi, tutti calati nel Vecchio Testamento, prima ovverosia dell’avvento del Redentore, la profezia realizzata. Presenza osservata da Bàrberi Squarotti e ribadita da Alfio Inserra nel corso della sua brillante presentazione avvenuta a Palermo lo scorso mese di Dicembre 2012. Stralciamo, solo a mo’ di esempio: 48: Cristo poi risorto. / Tu, vino e pane sai molto saziare; 68: Tu, il Cristo della croce, / detergevi di speranza gli aridi pensieri; 72: Venne il Messia … raggio di luce che nessuno capì; 127: Ho un appuntamento / con Lui, con Cristo Gesù.

13. Senso del mio errare / sono le tue braccia alla fine / della curva.



 

 

Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera!

Te lo chiedo per la fedeltà all’uomo

che in ogni tempo mi hai sempre dimostrato;

te lo chiedo per lo spirito di giustizia

che sempre traspare –purissimo cristallo-

dalle tue azioni e dalle tue parole. .

 

Non mostrarti, ti supplico, giudice severo,

perché davanti a te, immensità di bene,

chi può dirsi puro ed innocente?

Chi può definirsi, anche lontanamente, giusto?

 

Lo vedi il male che mi circonda?

E’ manto nero che m’opprime

è pietra posata sul cuore

è marea che sale e m’annega.

Lo vedi, Signore, come l’uomo

ha ridotto la bella Madre Terra

la perla della tua creazione?

Dove svettavano alberi e cantavano usignoli

dove correvano fiumi e riposavano laghi

ora sono padroni cemento arroganza e bruttura.

Si sciolgono i ghiacciai, avanza il deserto

è depredato continuamente il mare

dei suoi pesci, dei suoi coralli, delle sue creature grandi.

Ma ancora peggio, Signore,

è quel che fa l’uomo all’uomo!

Lo sai che esistono ancora

schiavi, oppressi e derelitti?

Che i frutti della Terra Madre

sono avvelenati o mal divisi

e pochi hanno moltissimo

e troppo poco gli altri?

E che anche chi cattivo non  è

non è abbastanza pronto

a dare, a condividere, a lottare

a guardare negli occhi

chi soffre e chi non ha

ma distoglie lo sguardo e rifiuta l’ascolto?

 

Mi manca il respiro, Signore,

davanti a tanto male

e il cuore è ferito

da acuminati aghi di ghiaccio:

mi sento impotente

di fronte allo sfacelo

e in colpa per il mondo

che lascerò ai miei figli.

 

Mi ricordo il passato

la verde speranza nel domani

e come belli hai tu creato

i giorni che stiamo rovinando!

 

A te tendo le mie mani nude

levigate dal tempo

e dalle carezze date e ricevute;

davanti a te mi sento

come terra assetata che aspetta

paziente la pioggia che rigenera.

 

Mandamela, mio Dio,

fa’ che non soccomba

nel deserto dei cuori e delle menti!

Non permettere che mi manchi

il respiro, l’aria che ci hai regalato

-pura- a piene mani.

Non negarmi la dolcezza del tuo volto

perché io non sia

il cadavere che scende nella fossa!

 

Fin dall’aurora, coi suoi petali rosa,

fa’ che il tuo amore mi scaldi

come se già il sole brillasse:

in questo confido, o mio Signore!

Indicami il sentiero da percorrere

e che non sia, se puoi, troppo impervio.

A te, infatti, s’innalza il canto mio!

 

Liberami, o Signore, dal disamore

dall’indifferenza, dall’egoismo facile:

in te cerco protezione

come un bambino nel grembo della madre.

 

Fa’ che accetti il tuo volere

senza ribellarmi, senza sospirare

perché tu, o Signore, sei il mio Dio Buono

e vorrai guidarmi in una terra agevole

in un altopiano più vicino al cielo.

 

In nome del tuo Nome, Signore,

donami la vita piena e libera dal male;

in nome della tua giustizia

sollevami dall’ansia e dell’angoscia.

 

Abbatti il male fisico e morale

per la mia fede in te e per quella,

generosa, che tu riponi in me!

Sconfiggi gli arroganti, i despoti, i violenti;

dammi la forza e il coraggio

d’aiutare il Bene  a vincere

per essere degna

d’abitarti nel cuore

felice serva di libertà e d’amore!


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