Prefazione
Psicologia dell’emergenza? Che sarà mai?
Secondi l’enciclopedia Treccani, psicologia è la scienza che studia i processi psichici, coscienti e inconsci, cognitivi (percezione, attenzione, memoria, linguaggio, pensiero ecc.) e dinamici (emozioni, motivazioni, personalità ecc.); emergenza, invece, è una circostanza imprevista, accidente, momento critico, che richiede un intervento immediato.
Noi, che non siamo specialisti, potremmo definire la psicologia dell’emergenza quale scienza che studia i processi psichici, cognitivi e dinamici derivanti dalla necessità di affrontare imprevisti avvenimenti critici.
Esistono diverse emergenze, che possono essere conseguenza, ad esempio, di calamità naturali, disastri industriali, epidemie o pandemie, attacchi terroristici, sommosse, migrazioni forzate, gravi incidenti stradali o sul lavoro, atti delinquenziali di violenza ecc.
Esse vanno diversamente affrontate, ognuna con modalità specifiche, in relazione ai differenti tipi di vittime e di soccorritori.
In quest’ottica, la psicologia dell’emergenza può essere considerata sotto due diversi punti di vista:
1. La psicologia dell’emergenza collettiva, che si occupa degli effetti che gli eventi traumatici hanno o possono avere sulla comunità.
2. La psicologia dell’emergenza individuale, che invece si occupa delle conseguenze che un evento provoca su un individuo colpito direttamente (vittima) o indirettamente interessato (familiare, amico, soccorritore.)
Il primo aspetto (emergenza collettiva) richiede interventi organizzativi preventivi e successivi all’evento, che pertengono alle strutture istituzionali. Si pensi, ad esempio all’identificazione dei fattori di rischio o all’analisi delle condizioni che influenzano la variabilità delle risposte individuali e collettive (le differenti disponibilità di risorse sociali, il sistema di assistenza il funzionamento organizzativo, il coordinamento tra i vari attori coinvolti nella gestione delle situazioni di crisi; le forme più efficaci per la comunicazione pubblica del rischio, ecc.)
Il secondo aspetto (emergenza individuale) è generalmente trascurato, anche quando l’evento non sfugge agli operatori dei media, che nel costruire l’informazione e nella ricerca dell’impatto emotivo del lettore e dello spettatore, spesso non considerano le conseguenze devastanti per le persone coinvolte nelle vicende.
Basti pensare a certi “inviati speciali” che piazzano il microfono alla bocca di una persona colpita da un evento luttuoso, pretendendo una qualsiasi dichiarazione da trasmettere subito nel notiziario che sta per andare in onda e non può attendere.
Come non ricordare, ad esempio, l’intervistatrice di un telegiornale a diffusione nazionale che insisteva per sapere “cosa ha provato quando ha saputo che suo figlio era morto nell’incidente?”
O, ancora, viene alla mente la vicenda del suicidio del “ragazzo dai pantaloni rosa”, indicato immediatamente (perché fa notizia) come vittima di “omofobia”, con una falsa ricostruzione della vicenda che ha avuto gravi conseguenze e provocato sensi di colpa.
Sotto una diversa ottica, come non pensare al trauma di un medico, sanitario, poliziotto, che deve comunicare un evento luttuoso ai familiari di una vittima, e smarrito si chiede quali parole potrà usare in una circostanza in cui le parole sono inutili?
I soccorritori normalmente sviluppano una certa tolleranza nei confronti di queste situazioni, ma l’esperienza non esclude il rischio di subire, nel tempo, una traumatizzazione, mentre il comportamento verso le vittime, dovuto ad assuefazione, può avere, a volte, conseguenze psicologiche negative.
Tra gli operatori collegati ad un maggiore grado di rischio, e che necessitano della specifica formazione psicologica vanno ricordati:
- Medici, infermieri, operatori del 118;
- Operatori di ricerca e salvataggio superstiti;
- Magistrati del Pubblico Ministero;
- Forze dell’ordine;
- Vigili del Fuoco;
- Volontari della protezione civile e del soccorso;
- Giornalisti e operatori dei media.
Questo manuale nasce proprio per dare una preparazione alle persone che, con ruoli e funzioni diverse, possono trovarsi ad operare in situazioni di emergenza individuale.
L’autore, unendo alla conoscenza scientifica una lunga esperienza sul campo, ha individuato approcci, procedure e strumenti tecnici utili alla specifica formazione di tutti gli attori coinvolti nell’evento emergenziale, in modo da fornire un sostegno a chi spesso si trova ad aiutare le vittime di disastri, incidenti e aggressioni.
Per questo ha usato una terminologia semplice ed accessibile cercando di tradurre il linguaggio specialistico e spesso ostico, in concetti di immediata comprensione per tutti.
Ha raggiunto sicuramente lo scopo.
dott. Gianni Calesini
Dirigente Generale di Pubblica Sicurezza a.r.
Questo libro, nasce rielaborando il materiale che avevo preparato, partendo dalle mie esperienze professionali, come psicoterapeuta e come formatore, per i corsi di Psicologia nell’Emergenza, rivolti, inizialmente, al Gruppo Cinofilo della Croce Rossa Italiana di Genova.
In seguito, tali corsi, si sono ampliati per soddisfare le esigenze di formazione all’interno della CRI Genovese, a cui appartengo e dove, nel frattempo, sono stato nominato, Coordinatore, per le attività di Psicologia nell’Emergenza.
Per non ingenerare confusione, tale materiale personale, è stato poi, risistemato, per essere compatibile con le linee generali proposte dalla Croce Rossa Nazionale.
Ma, allo stesso tempo, nel riorganizzare i contenuti e la loro esposizione, è scaturita la necessità di ampliare ulteriormente, gli argomenti trattati e di integrarli, con nuovi contenuti e capitoli, maggiormente esplicativi.
Proprio per ampliare l’orizzonte del Manuale, ho contattato ed intervistato altri Enti e soggetti che operano in Emergenza, dai quali ho ottenuto il benestare a poter pubblicare i loro contributi, ufficiali, che troverete sicuramente interessanti e portatori di esperienze e di ulteriori punti di vista, sull’argomento.
SOMMARIO
Prefazione 5
FILOSOFIA E OBIETTIVI DEL MANUALE 13
INTERVENIRE NELL’EMERGENZA 16
EMERGENZE - SOCCORRITORI - VITTIME 17
COS’È UN’EMERGENZA? 19
CHI SONO I SOCCORRITORI 22
CHI SONO LE VITTIME 24
IL SOCCORSO 26
PSICOLOGIA NELLE EMERGENZE 27
PER PSICOLOGIA SI INTENDE: LO “STUDIO DELLE STRATEGIE DELLA MENTE” 28
COSA CAMBIA QUANDO SI ENTRA IN “EMERGENZA”? 33
AMBITI DELLA PSICOLOGIA DELL’EMERGENZA 34
PRINCIPI DI TEORIA DELL’APPRENDIMENTO 42
CONDIZIONAMENTO CLASSICO O PAVLOVIANO 43
APPRENDIMENTO PER CONDIZIONAMENTO OPERANTE 45
APPRENDIMENTO TRAMITEL’IMITAZIONE 47
EVOLUZIONE DELLO SCHEMA STIMOLO/ RISPOSTA 49
CENNI DI TEORIA DELLA COMUNICAZIONE 53
INTENZIONALITÀ 65
PREGIUDIZI 67
COMUNICAZIONE PERSUASIVA 68
FRAINTENDERE È FACILE 69
NOTA SUL RELATIVISMO CULTURALE 73
NOTA SUI MEDIA 75
COME CAMBIANO LE COMUNICAZIONI QUANDO CAMBIA IL MEZZO ATTRAVERSO IL QUALE SI COMUNICA 76
EMPATIA 79
IL CONTAGIO PSICHICO 81
DEFINIZIONI DI ALCUNI TERMINI DI USO COMUNE NELLE REAZIONI ALLO STATO DI EMERGENZA 83
INTRODUZIONE AL CONCETTO DI TRAUMA PSICOLOGICO 88
EFFETTO DEI “MICROTRAUMI” 91
COSA NON È UN “TRAUMA PSICOLOGICO” 92
COS’ È LO STRESS? 94
LA SEQUENZA DELLO “STRESS” 97
NOTA SUL RILASSAMENTO 99
TRAINING AUTOGENO 101
NECESSITÀ DI PREVEDERE FASI DI RILASSAMENTO 102
DALLE DEFINIZIONI ALLE DESCRIZIONI 103
“GRANDI” EMERGENZE E “PICCOLE” EMERGENZE 104
COMUNQUE “EMERGENZE” 104
DIVERSI “TIPOLOGIE” DI SITUAZIONI D’ EMERGENZA 109
CHI SONO I SOCCORRITORIE CHE CARATTERISTICHE HANNO 115
UN’ALTRA CATEGORIA DI SOCCORRITORI: GLI PSICOLOGI DELLA EMERGENZA 120
IL LAVORO DI SQUADRA E L’IMPORTANZA DEL SUPPORTO PSICOLOGICO TRA PARI 126
LE VITTIME DELL’EMERGENZA 127
LA RESILIENZA 128
I SOCCORRITORI COME “VITTIME” DELLE EMERGENZE 130
RISCHI PER IL SOCCORRITORE 134
BURN OUT 141
I FAMILIARI DEI SOCCORRITORI 143
PSICOTRAUMATOLOGIA/EMDR 144
COSA SUCCEDE ALLE VITTIME PRIMARIE E SECONDARIE 146
COMPORTAMENTI DA RICORDARE 161
QUANDO LE VITTIME SONO I BAMBINI 165
REAZIONI DEI SOCCORRITORI DI FRONTE ALLA MORTE 169
COME SI COMUNICA UN DECESSO 171
Il PROTOCOLLO CISM 175
COMPONENTI PSICOLOGICO EMOTIVO RELAZIONALI DEI SOCCORRITORI NELLE DIVERSE FASI DEL CISM 182
GRANDI EMERGENZE/FASI DI UN DISASTRO 199
FASI DELL’EMERGENZA PER LE VITTIME 202
REAZIONI ALLE GRANDI EMERGENZE DAL PUNTO DI VISTA DELLE VITTIME 204
DEFUSING E DEBRIEFING PER LE VITTIME 206
LA FINE DELL’EMERGENZA 210
ALTRI PUNTI DI VISTA 213
CAPITANERIA DI PORTO DI GENOVA 214
ARMA DEI CARABINIERI 222
POLIZIA DI STATO 227
ISTITUTO COMPRENSIVO MARASSI 231
118 GENOVA 239
POLIZIA MUNICIPALE DI GENOVA (VIGILI URBANI) 241
CONTRIBUTO DEL PROF. ALBERTO FERRANDO 248
PROTEZIONE CIVILE GENOVA 254
ENTE NAZIONALE DI SALVAMENTO 259
OSPEDALE SAN MARTINO 262
SIPEM SOS FEDERAZIONE: UNA STORIA LUNGA 15 ANNI 270
VIGILI DEL FUOCO GENOVA 280
OSPEDALE GASLINI 288
ESERCITO ITALIANO 303
GRUPPO CINOFILO PROTEZIONE CIVILE GENOVA 309
FILOSOFIA E OBIETTIVI DEL MANUALE
Proprio perché i contenuti del Manuale si sono ampliati e diversificati durante la sua stessa stesura, vale la pena di ricordare qual è stata la “filosofia” che ha ispirato questo testo.
Per prima cosa, va evidenziato come, “emergenza”, sia una parola che serve a identificare una categoria di situazioni con caratteristiche comuni e che, allo stesso tempo, non è “esclusiva” soltanto di “una” situazione specifica.
Cosi come la parola “veicolo”, indica una categoria di mezzi, che hanno tutti uno scopo comune, ma che possono essere, allo stesso tempo, strutturalmente molto diversi tra loro. Tanto quanto una bicicletta è diversa da una corriera. (Veicolo: Nome generico di ogni mezzo meccanico guidato dall’uomo adibito al trasporto di persone, animali o cose- Treccani).
Un piccolo esempio, per riconoscere che diventa necessario, nella formazione dei soccorritori, ridefinire e condividere il concetto di “emergenza”, per potere arrivare a considerare che esistono diversi atteggiamenti “psicologici”, utili a sorreggere le persone nelle varie emergenze. A seconda dell’entità, dei contesti, dei tempi, dei luoghi e delle circostanze in cui si manifestano. Ma esistono anche diversi tipi di vittime e diversi tipi di soccorritori. Tutti questi diversi modi, specifici, di affrontarle, non devono essere confusi, o sovrapposti, o messi in competizione, gli uni contro gli altri. L’obiettivo di questo manuale, è di fornire un quadro generale, dei problemi, emotivi e relazionali, che si possono generare nelle situazioni di emergenza.
Va detto subito che per: “situazioni di emergenza”, non si intenderanno, solo, le “grandi” emergenze, ma verranno considerate anche quelle situazioni in cui, le vittime, avvertono che si trovano ad operare in una condizione d’ emergenza/pericolo.
In particolare, si vuole sottolineare come, l’“agire in emergenza”, è un’attività che viene svolta da Enti diversi, con modalità specifiche e che, nessuno, è depositario di un “metodo esclusivo” di intervento; mentre vi è la necessità di conoscere e riconoscere, il lavoro, che molti operatori svolgono, in diversi ambiti, con approcci che hanno, tutti, una eguale professionalità e dignità.
Allo stesso tempo, pur volendo presentare molti modi diversi, di definire e di affrontare le emergenze, vi è un denominatore comune: ovvero la necessità di fornire indicazioni utili, per operare un soccorso che, come prima priorità, si preoccupi di mettere le persone in “sicurezza” e che, allo stesso tempo, sia preparato e formato, per mettere in condizione, le persone e i soccorritori, di superare, il più serenamente possibile, l’evento che li ha colpiti.
Questo manuale si prefigge di introdurre il lettore, alla complessità di un settore molto sensibile, ma allo stesso tempo problematico e critico. Dove ci si trova davanti a diversi scenari di “emergenza”, che determinano importanti ricadute sul piano economico, ma, soprattutto, determinano tragedie sul piano umano.
Questi temi e questa esposizione, sono nati, inizialmente, per informare e formare, gli operatori del settore. Proprio per la genesi di questo materiale, l’esposizione dei temi, risulterà più schematica che non discorsiva, con la dichiarata intenzione, di fornire soltanto un inquadramento generale, del vasto ambito di azione, della Psicologia nelle Emergenze.
Di conseguenza, gli argomenti, saranno soltanto presentati e riassunti, con la speranza che questo “input”, serva a stimolare le persone ad avere voglia di approfondire i temi specifici, ampliare le riflessioni che ne scaturiscono, studiare ed analizzare, le teorie dalle quali sono tratte.
L’impostazione del Manuale avrà un taglio come se fosse destinata, primariamente, ai soccorritori e risentirà di un’impostazione influenzata dall’essere stata “pensata”, inizialmente, per le squadre cinofile.
A questo punto, per i temi trattati e per l’ampiezza delle situazioni considerate, la lettura del Manuale, potrebbe essere interessante e d’aiuto, anche per chiunque si trovi o si sia trovato, ad affrontare situazioni impreviste e potenzialmente “pericolose”, o che, per svariati motivi, vi si stato coinvolto.
Cosi come può dare utili informazioni a chi si è trovato o potrebbe trovarsi, nella condizione di aiutare e sostenere vittime di disastri, di incidenti o di aggressioni.
Infine, proprio perché si parla di effetti delle “emergenze”, non va dimenticato che l’eventuale disagio/danno, riportato nelle situazioni critiche, può avere effetti dal grande impatto emotivo.
Effetti che perdurano e si possono manifestare, anche molto tempo dopo che lo “stato di emergenza” viene, “formalmente”, dichiarato terminato. Questo può colpire sia le vittime primarie, sia i familiari, sia i soccorritori.
Dunque, la filosofia del Manuale, si riassume nel concetto che: sebbene “emergenza” sia una “unica” parola, vi sono delle profonde diversità, a seconda dei molti casi in cui si manifesta e dei modi, con cui le diverse persone, vi si trovano coinvolte.
E che, ognuna di queste persone, “vittime” di un’emergenza, può presentare caratteristiche diverse e necessitare di una considerazione e di una protezione specifica.
Ah, a proposito di “filosofia” del Manuale: nella stesura, ho cercato di utilizzare una terminologia il più semplice e accessibile a tutti.
Inoltre, nel tentativo di dare un quadro, il più ampio possibile, ho dovuto, inevitabilmente, sacrificare, gli aspetti di approfondimento dei temi trattati.
Nel Manuale potrete trovare informazioni che provengono da diverse fonti, che riportano ed elaborano esperienze di soccorritori e di diverse squadre di soccorso, che operano in diverse parti del mondo. Non è detto che siano “tutte” sempre valide, per “tutte” le situazioni “locali”, ma servono, appunto, per fornire un panorama più vasto.
Per questo troverete, raramente, “rimandi” ad altri Autori e non troverete alcuna bibliografia, che sarebbe così vasta, da risultare, francamente, tanto pomposa, quanto inutile.
Considerando che, oggi, si fa prima a consultare Internet per chiarire tutte le curiosità che, spero, sorgano nel leggere questo Manuale.
Timeo Hominem Unius Libri
Sant’Agostino
(Diffido degli uomini che hanno una sola fonte di conoscenza.)
Buona lettura
Marco Emilio Ventura