Gabbean
Palloncini per la Pace

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Titolo Palloncini per la Pace
Autore Gabbean
Genere Narrativa - Bambini      
Pubblicata il 02/07/2015
Visite 5215

C’era una volta il Regno di Aurolandia,

e, come tutti i regni che si rispettino, aveva il suo Re, un monarca dal  carattere così debole e irresoluto da affidare la gestione delle ingenti ricchezze del paese al Gran Ciambellano di corte. Di costui, uomo di incerta cultura ma esperto in intrighi ed affari,  si narrava che un giorno  avesse perduto il cuore senza più ritrovarlo.

Aurolandia era famosa per le sue miniere d’oro i cui proventi  garantivano al Re, al Gran Ciambellano e agli altri dignitari un sostanzioso vitalizio che sperperavano allegramente.

Nel cortile della reggia,  ad ogni ora del giorno e della notte,  riveriti da cocchieri e lacchè in livrea, scendevano da lussuose carrozze cortigiani agghindati a festa. Avviandosi verso lo scalone d’onore, essi fendevano una fitta folla di postulanti in  ansiosa attesa  delle decisioni del Gran Ciambellano.

In verità questi concedeva ammissioni a corte ed  elargiva marenghi d’oro con l’unico intento di piegare tutti al suo volere e di accrescere la propria fama di  uomo potente.

La minuscola nazione di Fantasilia, situata ai confini di Aurolandia, non aveva un re ed era amministrata dal Consiglio  del Libero Pensiero, presieduto da un Governatore  eletto dal popolo. Non era un paese di grandi risorse, ma brillava per la fecondità delle idee e per l’efficacia delle decisioni del Consiglio, che garantivano serenità  e benessere  a tutti i cittadini.

Proprio per questo, in ogni luogo, si esaltava la saggezza del Governatore di Fantasilia.

Ne descrivevano le virtù i mercanti che percorrevano in lungo e in largo quelle terre; ne diffondevano l’immagine i messaggeri che, a dorso di veloci destrieri, attraversavano liberamente le frontiere; di piazza in piazza ne tessevano le lodi i cantastorie con i loro versi.

Non sia mai – borbottò l’invidioso Gran Ciambellano –  che al mondo  qualcuno possa  godere di più alta considerazione di quella a me  riservata !

Consapevole che le guerre si nutrono di menzogne, inventò l’esistenza di un misterioso liquido,  convincendo il Re che un alchimista di Fantasilia aveva realizzato un’arma micidiale, destinata ad uccidere tutti loro per impadronirsi delle miniere aurifere.

Ricorrendo a questa colossale bugia, senza neanche arrossire un po’, sottopose al Re la dichiarazione di guerra per la firma.

L’esercito in armi si preparava all’attacco quando accadde l’imprevisto.

I bambini di Aurolandia, inorriditi al pensiero della guerra e per nulla convinti dalle chiacchiere del Gran Ciambellano, diedero vita a una pacifica ribellione.

Radunati nella piazza principale del regno lasciarono volare verso il cielo una miriade di palloncini colorati. Ognuno recava un messaggio di amicizia rivolto agli abitanti del vicino paese. La corale volontà di pace veniva affidata alla benevola azione del vento.

Il Gran Ciambellano andò su tutte le furie. Per impedire  che i palloncini arrivassero a destinazione salì tra le nuvole con una mongolfiera, cercando invano di fermare il vento con le mani.

Si recò allora alle falde del grande vulcano in cui viveva Tifone, il gigante dagli occhi di bragia, per chiedergli di distruggere i palloncini con il suo soffio infuocato. Per cercare di convincerlo, gli offrì un  prestigioso incarico a corte e un forziere ricolmo di monete d’oro e di pietre preziose, ma Tifone reagì vivacemente.

“E’ vero – disse  stizzito –  mi piace provocare scompiglio e distruzione, ma come puoi pretendere che io faccia un torto a migliaia e migliaia di innocenti bambini? Che faccia tosta! Se non sparisci in fretta, ti farò provare sulla pelle il mio caldo abbraccio!”

Così anche  l’ultimo tentativo del Gran Ciambellano miseramente fallì.

Una pioggia iridescente di palloncini scese pian piano su Fantasilia  dove, letti i messaggi, fu festa grande. Tutti si diedero da fare per ricambiare il gesto di pacificazione che era giunto dal cielo.

Non si sa chi, ma qualcuno propose di ricoprire i palloncini con uno spesso strato di cioccolata, di nascondere all’interno una piccola sorpresa e di donarli ai cittadini di Aurolandia. Nacquero così le uova di cioccolato, che ancora oggi in tutto il mondo sono simboli di pace e di fratellanza.

Grazie ai bambini la guerra fu scongiurata e la verità trionfò. Il Gran Ciambellano, scacciato da corte e privato di tutti i poteri, finì i suoi giorni in una modesta casetta di campagna, dimenticato da tutti.

Gli abitanti di Fantasilia continuarono a vivere felici e contenti. Quelli di Aurolandia lo furono almeno in quella occasione. 

  • Un racconto magico
    Voto attribuito: 9
    Silvarym (20/07/2015 11:57:51)

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