Juan Calzadilla
Musa de Asfalto

Titolo Musa de Asfalto
Autore Juan Calzadilla
Genere Poesia      
Pubblicata il 10/06/2016
Visite 5488
Editore Liberodiscrivere® edizioni
Collana Nuda Poesia  N.  44
ISBN 9788893390163
Pagine 90
Note TESTO ORIGINALE CON TRADUZIONE A FRONTE di Mayela Barragán Zambrano. Prefazione di Gabriele Morelli
Prezzo Libro 10,00 € PayPal
No hay poetas puros en los comienzos de la literatura.
Tampoco sale oro de las primeras coladas
de los mineros primitivos. Tampoco hoy en la ciudad 
hay torres de marfil, sino torres de asfalto.
Non ci sono poeti puri agli inizi della narrativa.
Neanche esce l’oro dalle prime colate
dei minatori primitivi. Neppure oggi nella città
ci sono torri d’avorio, bensì torri d’asfalto. 
Conoscere un nuovo poeta costituisce un regalo della vita in un periodo di grande crisi creativa, non certo per la carenza di scrittori e artisti, ma per il predominio di una cultura più attenta alla scienza e alla comunicazione mediatica che alla diffusione dei valori umanistici. Nel nostro caso si tratta del poeta venezuelano – nonché pittore (Premio Nacional de Artes Plásticas de Venezuela, 1997) e noto critico d’arte – Juan Calzadilla (Altagracia de Orituco, 1931), che la studiosa e traduttrice Mayela Barragán Zambrano presenta per la prima volta in Italia. 
...
 
A través de la ventanilla del automóvil
observo los muros, las casas, las calles,
los árboles, los pastos, los cultivos, los baldíos,
que ante mí también pasan raudos
a la misma velocidad a que yo paso
pero en dirección contraria,
como si entre la naturaleza y yo se estableciera
una pugna para decidir
quién se despide y quién se queda.
!Oh, de ningún modo pretendo ni quiero
permanecer fijo!
Mi movilidad es lo que hace que viva.
Es, así pues, mi carta de crédito.
Pero ¿por qué tengo yo que ir más aprisa
y dar cuenta de los frutos de mi rápida incursión
en esta vida, de las ganancias y pérdidas
que en el trayecto hice?
 
 
 
 
 
Attraverso il finestrino dell’automobile
osservo i muri, le case, le strade,
gli alberi, l’erba medica, le coltivazioni, le terre incolte
che davanti a me scorrono in fretta
alla stessa velocità alla quale io passo
però in direzione contraria
come se fra la natura e me si stabilisse
una diatriba per decidere
chi si congeda e chi rimane.
Oh, in nessun modo pretendo né voglio
rimanere fisso!
La mia mobilità è quello che fa che viva.
È così, dunque, la mia lettera di credito.
Ma, perché devo io andare più in fretta?
e rendere conto dei frutti della mia rapida incursione
in questa vita, dei guadagni
e delle perdite che nel percorso ho fatto? 
No hay poetas puros en los comienzos de la literatura.
Tampoco sale oro de las primeras coladas
de los mineros primitivos. Tampoco hoy en la ciudad 
hay torres de marfil, sino torres de asfalto.
Non ci sono poeti puri agli inizi della narrativa.
Neanche esce l’oro dalle prime colate
dei minatori primitivi. Neppure oggi nella città
ci sono torri d’avorio, bensì torri d’asfalto. 
Conoscere un nuovo poeta costituisce un regalo della vita in un periodo di grande crisi creativa, non certo per la carenza di scrittori e artisti, ma per il predominio di una cultura più attenta alla scienza e alla comunicazione mediatica che alla diffusione dei valori umanistici. Nel nostro caso si tratta del poeta venezuelano – nonché pittore (Premio Nacional de Artes Plásticas de Venezuela, 1997) e noto critico d’arte – Juan Calzadilla (Altagracia de Orituco, 1931), che la studiosa e traduttrice Mayela Barragán Zambrano presenta per la prima volta in Italia. 
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