Titolo | Newton e Einstein: Dialogo immaginario GIORNATA TERZA | ||
Autore | Gabbean | ||
Genere | Divulgazione scientifica | ||
Pubblicata il | 14/09/2016 | ||
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Newton: ‹‹ Allora Albert di cosa vuoi discutere oggi? ››
Einstein: ‹‹ Di quello che ti ha reso famoso e che è il risultato della tua genialità…››
Newton: ‹‹ Ti riferisci alla “Gravitazione Universale” ››
Einstein: ‹‹ Esattamente Isaac! ››
Newton: ‹‹ Beh, qualunque cosa tu abbia da ridire su quella legge mi darai atto che con essa ho unificato i moti terrestri con quelli celesti, cancellando per sempre la concezione aristotelica che differenziava il mondo sub-lunare da quello sovra-lunare… ››
Einstein: ‹‹ Non intendo certo negare il valore rivoluzionario della tua visione! Anzi, aggiungo che hai superato Aristotele anche per il tuo concetto di azione a distanza, assai più potente della sua azione per contatto. ››
Newton: ‹‹ Cos’hai da dirmi dunque? ››
Einstein: ‹‹ Sai, ero seduto nell’Ufficio brevetti di Berna quando all’improvviso un pensiero mi ha attraversato la mente: se una persona è in “caduta libera”, non avverte il suo stesso peso. Ero sbigottito. Questo semplice pensiero mi fece una profonda impressione. Mi spinse a viva forza verso la teoria della gravitazione… ››
Newton: ‹‹ Quindi proprio la mia teoria… ››
Einstein: ‹‹ Certamente! Ho pensato alla tua mela che è in caduta libera dall’albero e alla Luna che anch’essa è in caduta libera verso la Terra e non la tocca solo perché ha una velocità tangenziale che la mela non possiede. ››
Newton: ‹‹ Fin qui, insomma, nulla di nuovo caro Albert! ››
Einstein: ‹‹ Un momento, Isaac, dobbiamo fare un passo indietro e tornare alla tua legge secondo la quale una massa attrae un'altra massa posta a distanza, perché istantaneamente la prima esercita una forza sulla seconda. ››
Newton: ‹‹ Si, è così… ››
Einstein: ‹‹ E qui abbiamo un impiccio, perché da quello che abbiamo detto l’azione attrattiva della prima massa sulla seconda si propagherebbe all’istante, cioè con velocità infinita. ››
Newton: ‹‹ Ebbene, che male c’è? ››
Einstein: ‹‹ In realtà un problema c’è! Un eccellente fisico sperimentale, Michelson, ha dimostrato che la velocità della luce nel vuoto è una costante e che in natura nulla può muoversi a velocità più grande di quella››
Newton: ‹‹ E quindi la forza gravitazionale non potrebbe propagarsi a velocità infinita… Ma allora tutta la mia teoria è da buttare e i tuoi apprezzamenti per me sono frutto di pura ipocrisia!!! ››
Einstein: ‹‹ Non è così, non abbatterti! Diciamo, a tuo merito, che la forza di gravità è un modo comodo per descrivere le cose, ma che è possibile introdurre un diverso punto di vista. La questione è che le leggi della natura debbono valere per tutti i possibili sistemi di riferimento, mentre la tua legge della gravitazione universale è valida soltanto per sistemi inerziali. ››
Newton: ‹‹ Quindi va adattata e non demolita. E con l’attrazione gravitazionale che si propaga a velocità maggiore di quella della luce come la mettiamo?››
Einstein: ‹‹ Per far tutto questo occorre ripensare uno dei punti di partenza della tua teoria. Per te lo spazio ed il tempo sono due entità distinte e separate, assolute e universali, vero? ››
Newton: ‹‹ Certo! Lo spazio è un contenitore rigido in cui si trovano e si svolgono gli eventi naturali, mentre il tempo scorre uniformemente per qualunque osservatore in qualunque riferimento. ››
Einstein: ‹‹ Ebbene con la mia teoria la situazione cambia: lo spazio e il tempo si intrecciano, diventano lo spazio-tempo a quattro dimensioni e lo spazio-tempo è qualcosa di fisico ed elastico… ››
Newton: ‹‹ Allora non vale più la geometria di Euclide? ››
Einstein: ‹‹ E’ proprio così, per via del fatto che la materia interagisce con lo spazio-tempo e lo spazio-tempo si curva a causa della presenza di una massa. Più grande è la massa, maggiore è la curvatura. ››
Newton: ‹‹ Come se appoggiassimo una palla di cannone su una superficie elastica? ››
Einstein: ‹‹ Esatto! Hai capito perfettamente, ma come dubitarne? ››
Newton: ‹‹ E come si muovono i corpi in questo spazio deformato? ››
Einstein: ‹‹ I corpi si muovono liberamente nello spazio-tempo seguendo la traiettoria più rettilinea possibile che prende il nome di geodetica. ››
Newton: ‹‹ Per cui la Luna non gira intorno alla Terra perché tirata da una forza, ma perché sta correndo diritta in uno spazio che la Terra incurva? ››
Einstein: ‹‹ Perfetto! ››
Newton: ‹‹ E poi che ne consegue? ››
Einstein: ‹‹ Secondo la mia teoria la gravità non è più un’entità astratta dovuta a quell’origine misteriosa che ti fece esclamare “hypotheses non fingo”, ma la semplice conseguenza della curvatura dello spazio. ››
Newton: ‹‹ Ah, ho capito, ma senti un po’: se la luce di una stella passa vicino ad una massa molto grande, per esempio il Sole, il raggio viene deviato dalla curvatura che quella massa crea nello spazio-tempo? E’ incredibile pensare che la luce non viaggi in linea retta! ››
Einstein: ‹‹ Beh, debbo dirti che a differenza di molti aspetti della mia teoria di cui non ho potuto né realizzare né vedere prove sperimentali per questa cosa che tu dici non ho dubbi! ››
Newton: ‹‹ Dunque hai fatto l’esperienza? ››
Einstein: ‹‹ Per la verità non io. Il fenomeno, ipotizzato dalla teoria, è stato confermato dalle misure effettuate dall'astrofisico inglese Artur Eddington durante l’eclissi totale di Sole del 1919. ››
Newton: ‹‹ Una vera rivoluzione del pensiero…››
Einstein: ‹‹ Pensa che la notizia finisce sui giornali e, tutto a un tratto, divento famoso. Uno degli organi di stampa più importanti, il New York Times, titola: “Le luci tutte storte nei cieli. La teoria di Einstein trionfa. Le stelle non sono là dove sembrava o si era calcolato che fossero, ma non c’è da preoccuparsi.” ››
Newton: ‹‹ Senti Albert, mettiamola così: senza dubbio ci accorgiamo della gravità, ma prima della tua teoria non sapevamo che incurva lo spazio intorno a noi. E nessuno aveva notato prima che i sentieri più naturali in esso, quelli che tu chiami geodetiche, sono pure curvi. Può andare? ››
Einstein: ‹‹ E’ così e lo ribadisco dicendoti cosa ho risposto a mio figlio Eduard che era curioso di sapere perché fossi famoso. Gli ho detto che quando un lombrico cieco striscia su un ramo curvo non si accorge che il tragitto che ha percorso è curvo, mentre io sono stato abbastanza fortunato da notarlo.››
Newton: ‹‹ In definitiva possiamo affermare che la materia dice allo spazio come curvarsi e lo spazio dice alla materia come muoversi? »
Einstein: ‹‹Eccellente Isaac! Oggi da bere lo offro io! ››
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