Titolo | A proposito del Piccolo Principe | ||
Autore | M. Gisella Catuogno | ||
Genere | Parole in Libertà | ||
Pubblicata il | 05/01/2017 | ||
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Il Piccolo Principe è un testo talmente sublime che qualsiasi parola si pronunci o si scriva su di esso rischia d’essere inadeguata o di troppo. Ed è un testo di tale spessore da sfuggire a facili definizioni: racconto per l’ infanzia? riflessione filosofica? parabola per gente adulta? Forse tutto questo insieme e molto altro. Sicuramente è una critica esplicita al genere umano, che pensa solo ai numeri, non usa il cuore “per vedere” e a cui sfugge l’essenziale, che è invisibile agli occhi. Gli uomini non guardano le stelle o i fiori, ossia non sanno scorgere e apprezzare la bellezza; credono di essere i padroni del mondo ma occupano solo una piccola parte di esso; trascorrono l’esistenza impegnati in attività insignificanti. Solo i bambini possiedono gli occhi del cuore, sanno vedere oltre l’apparenza, sanno emozionarsi, piangere e ridere. Anche gli altri pianeti sono “strani”: per la ridicola pochezza della loro superficie; perché vi regna un “re con l’ermellino”senza sudditi; per il lampionaio costretto al superlavoro, l’uomo d’affari immerso nelle sue preoccupazioni, l’ubriacone o il vanitoso. Solo la Terra è grande, bella e potrebbe essere il vero mondo in cui abitare, ma i suoi abitanti non l’hanno ancora compreso. Il finale è di grande struggimento: il Piccolo Principe dai capelli color grano si deve liberare della sua scorza materiale per poter ascendere al suo Pianeta e questo accade con il morso del serpente, ma infine anche il corpo scompare in una sorta di silenziosa resurrezione che chiude la sua l’esperienza terrestre. Le pagine tutte distillano poesia: l’aviatore Antoine de Saint-Exupery non poteva scrivere niente di più immortale di questo piccolo, immenso capolavoro.
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