M. Gisella Catuogno
Recensione Le ore di Marc Cullingham

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Titolo Recensione Le ore di Marc Cullingham
Autore M. Gisella Catuogno
Genere Saggistica      
Pubblicata il 15/07/2017
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La sensazione leggendo Le ore è quella di un libro al rallentatore che, a parte il Prologo, dipana tre vicende apparentemente distinte, in realtà legate da più fili, che si svolgono in un lasso di tempo molto breve, ma nel quale, proprio per questo, alcuni singoli momenti e dettagli acquistano una valenza straordinaria. Il Prologo è il motore del testo: Virginia Woolf  è infatti la vera protagonista del romanzo e il tema della morte, che più volte si presenta nelle pagine dell’opera, è anticipato dal suicidio della scrittrice, che si lascia annegare nel fiume con le tasche del cappotto piene di pietre. La signora Dalloway, che V.W. scrisse nel 1925, diventa infatti il referente delle vicende di Clarissa e di Laura, che si incontrano alla fine del romanzo, nella tragica circostanza del suicidio di Richard (il bambino Richie, di esagerata sensibilità, che sarà poeta, omosessuale e malato di Aids), mentre la Woolf, a ritroso nel tempo, è rappresentata alle prese con i suoi demoni: la croce/delizia della scrittura, i feroci mal di testa, le voci che la ossessionano, il desiderio della sua Londra, il disgusto del cibo, l’amabilità di un marito che la accudisce e la protegge, ma nel farlo, la soffoca di premure.

I fili che uniscono le esistenze di tre donne vissute in epoche diverse sono molteplici:  l’omosessualità latente o esplicita (Clarissa vive con Sally, Laura è turbata dal bacio di Kitty, Virginia da quello di Vanessa); il desiderio di fuga (Laura si rifugia per qualche ora in un motel per sfuggire all’ambiente domestico; Virginia è intercettata appena in tempo da Leonard mentre sta per prendere il treno per Londra; Clarissa è incerta sul sentimento che la unisce alla compagna – e viceversa- e cerca inconsciamente alternative – Louis?-); l’attrazione della morte (Laura ne sfugge, ma ne subisce il fascino, Virginia aiuta la nipote a comporre la tomba del passero morto e qualche tempo più tardi le va incontro nell’acqua, Clarissa la vede plasticamente nel cadavere dell’amico sfracellato al suolo). E poi, un certo spirito decadente, la ricerca del bello (la torta di Laura, le rose) l’attenzione ai particolari. Un libro che incanta per la scrittura, per l’atmosfera che riesce a creare e che avviluppa il lettore in una sottile ragnatela; e per la maestria dell’autore nel tracciare questi tre indimenticabili ritratti femminili

 

 

 

 

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