M. Gisella Catuogno
Recensione a “Maria Antonietta - La solitudine di una regina” di Antonia Fraser

Vedi
Titolo Recensione a “Maria Antonietta - La solitudine di una regina” di Antonia Fraser
Autore M. Gisella Catuogno
Genere Biografia      
Pubblicata il 10/01/2018
Visite 1484

 

Ho finito ieri sera di leggere la biografia “Maria Antonietta/La solitudine di una regina” di Antonia Fraser, non essendo riuscita a procurarmi in tempi accettabili quella di Stefan Zweig. Chiusa l’ultima pagina, l’impressione è quella di una lettura seria e ben documentata, seppure non entusiasmante. La vita della sfortunata regina di Francia è ricostruita nei minimi dettagli, a partire dall’infanzia, e ben contestualizzata all’interno dell’illustre parentado, di cui non si tacciono storie e aneddoti, specialmente a proposito della madre, l’imperatrice Maria Teresa.

Altrettanto curata la parte centrale, che la vede lasciare per sempre l’Austria, sposa per procura appena quindicenne, a raggiungere, non senza patemi d’animo e incertezze, il goffo e giovanissimo marito, delfino di Francia. Seguono sette anni di matrimonio non consumato, con l’ingombrante madre, che l’assilla di missive e ambascerie, spronandola a sbloccare l’apatico consorte e a rimanere finalmente incinta. Qui è impossibile non solidarizzare con la povera ragazza, che, tra l’ingombrante corte, l’assoluta mancanza di privacy e l’assurdo cerimoniale, appare una vittima sacrificale al servizio della ragion di stato.

Seguono gli anni del successo – è considerata una buona regina, è acclamata e ammirata per le sue doti fisiche e per il suo garbo – che coincidono anche con l’acquisizione di una maggiore sicurezza e di una certa   maturazione intellettuale e comportamentale; le vengono perdonate le debolezze del gioco e gli eccessi del lusso;  le ripetute gravidanze la incoronano infine come la giusta sovrana del suo popolo.

Fino alla dolorosa parabola della perdita di consenso, della caduta in disgrazia, delle accuse infamanti: più dell’inetto marito, più di ogni membro della”real casa”. La rivoluzione francese la spazza via con una ferocia e un determinazione impressionanti, accanendosi su di lei, che è donna e straniera, e riducendola a capro espiatorio delle colpe di un sistema da abbattere: evidentemente il pregiudizio misogino e xenofobo non risparmiava nemmeno i rivoluzionari “puri” e illuminati.

Già, la rivoluzione: secondo me, uno dei limiti del testo è di raccontarla poco, specialmente nelle sue cause profonde, rendendo poco intelligibile, a chi non ne abbia una conoscenza personale, la sequenza degli avvenimenti. Mi spiego: si parla a lungo della crisi finanziaria, delle casse vuote del 1789, della costosa guerra dei Sette Anni e dell’altrettanto costosa partecipazione a fianco dei “ribelli” nella rivoluzione americana, ma non si dice una parola degli squilibri della società francese, dei privilegi di clero e nobiltà, del ruolo del Terzo Stato e dei motivi della cieca rabbia dei sanculotti. Insomma, a mio parere, la rivoluzione è vista troppo nell’ottica di Versailles, senza uno sguardo aperto e critico a quel marasma che sta avvenendo: non per giustificarlo, specialmente nei suoi eccessi, ma per indagarlo compiutamente. Un momento topico della rivoluzione, il giuramento della pallacorda, è appena accennato, così come l’assalto alla Bastiglia, che è poi l’inizio della demolizione dell’ancien régime.

La prospettiva è eccessivamente filo monarchica; e questo non solo nell’ultima parte quando è inevitabile schierarsi emotivamente, ma anche razionalmente, a fianco di Maria Antonietta, che diventa di fatto una martire, tanto sono pretestuose e assurde le accuse contro di lei. L’ottica è tale fin dalle prime pagine. Quanto alla protagonista, credo la sua grandezza postuma sia dipesa dall’orribile fine che ha fatto: perché, pur con tutto il suo garbo, il suo buon cuore e l’incedere elegante, se la Storia non si fosse incaricata di dare alla sua vita la cornice tragica degli eventi (ed eccessi rivoluzionari) a malapena sapremmo chi è stata.

 

 

Non ci sono commenti presenti.

Pubblica il tuo commento (minimo 5 - massimo 2.000 caratteri)

Qui devi inserire la tua Login!

Nascondi Qui devi inserire la tua password!

Hai dimenticato la password?

Qui devi inserire il tuo nickname!

Qui devi inserire la tua email!

Nascondi Qui devi inserire la tua password!

Hai dimenticato la password? Inserisci il tuo indirizzo email e riceverai i dati di accesso.

Qui devi inserire la tua email!

Ritorna alla login

Chiudi