Titolo | Un pensiero per Eszter | ||
Autore | M. Gisella Catuogno | ||
Genere | Parole in Libertà | ||
Pubblicata il | 23/06/2018 | ||
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Ho finito stamani di leggere L’eredità di Eszter, completando così la trilogia di S. Marai sull’analisi del sentimento amoroso. Bello, anche se non quanto Le braci e La recita di Bolzano, e infinitamente triste: per la scelta della protagonista di abdicare ancora una volta al volere del suo antico amore, autentico mascalzone che nella vita ha sempre approfittato di tutti, con una leggerezza che si traduce in colpevole incoscienza; per la rassegnata passività con cui viene accettata l’ennesima sfida del destino; per la triste sorte che l’aspetta, “vecchia” - come si sente lei ma ha poco più di quarant’anni – e malata, senza la sua casa con giardino e la compagnia della fedele Nunu ( che ricorda, anche nel nome, la Nina delle Braci). Ho l’impressione che anche qui, come altrove, la vita sia subìta, più che vissuta, e che i grandi sentimenti, per la loro forza implacabile, sottraggano, piuttosto che aggiungere. Magistrale è comunque l’abilità di Marai nell’analisi dell’interiorità dei personaggi, con quell’entrare fin nelle pieghe dell’animo umano cercando di decifrarle - e comprenderle, se possibile-. E poi c’è il linguaggio: una prosa lirica che avvolge e incanta, dalla prima all’ultima riga.
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