Titolo | Nostoi | ||
Autore | Cristina Battaglini | ||
Genere | Poesia | ||
Pubblicata il | 22/05/2021 | ||
Visite | 510 | ||
Editore | Liberodiscrivere® | ||
Collana | Spazioautori N. 3794 | ||
ISBN | 9788893392501 | ||
Pagine | 100 |
Il postmoderno ce lo insegna: la riscrittura è l’arte di reinventare una storia e dargli una nuova vita che ci permette di guardare anche l’originale con occhi nuovi. Il modello si mescola dunque alla nuova creazione che assume caratteristiche proprie, ma vive dell’altro in un rapporto simbiotico ed essendo- spesso e volentieri- la fonte primaria una risorsa inesauribile, ciò che si viene a creare è qualcosa di estremamente unico e particolare.
Ma la domanda da porsi è: perché dedicarsi a una riscrittura piuttosto che a un approfondimento o uno svisceramento della fonte primaria? Il gioco caleidoscopico che si genera dalla riscrittura è qualcosa che arricchisce la fonte primaria stessa e fa in modo di esplorarla ancora più profondamente. Proprio per la sua inesauribile potenza questo processo è sensato.
Parliamo certamente di storie mitiche che ci portano incontro una componente archetipica dell’umano, con il dipanarsi di accadimenti al di là dello spazio-tempo. Invece il “ri-scrittore” è un uomo inserito nel suo spazio-tempo, con i suoi limiti e i suoi pregiudizi, d’altronde come il lettore.
Euridice diventa, nella traduzione poetica, una ragazza alle prese con un caffè bollente, metafora di tutto ciò che comporta la ferita di una lontananza, immersa in una gestualità tutta quotidiana, come Orfeo, tesi in un dialogo che trova una risoluzione non demolitiva bensì costruttiva; Didone immersa in un tempo “fuori dal tempo”, nel risanare anch’ella le ferita della distanza, trova una via d’uscita nel rinominare la realtà attribuendo il valore salvifico alla parola, realtà che prende consistenza nella nominalizzazione; Amata in preda alla sua furia d’amore compie gesta al limite dell’umano, eroina non positiva, ma umana, così incredibilmente umana, eroina disperata che cerca di esprimersi a tutti i costi. Queste sono le protagoniste femminili di questa raccolta poetica, donne prima che eroine, immerse nella loro dimensione giornaliera ed attuale alle prese con quella meravigliosa avventura chiamata inequivocabilmente vita.
Ad Orfeo che nella morte comprese la vita e non si voltò.
Orf*eur* è un’opera di riscrittura di un mito greco assai noto, quello di Orfeo. Sprofondato negli abissi degli inferi per riportare alla vita Euridice, Orfeo non regge la dura battaglia con l’istinto di ri-appropiarsi, anche per un solo istante, della presenza di lei con lo sguardo e si volta.
Orf*eur*, ibrido tra Orfeo ed Euridice- anime senzienti e dialoganti– trova la forza di non voltarsi nella volontà di far rinascere se stesso e il suo amore. E’ un cammino dall’ombra verso la luce: itinerario dell’essere umano, che per rinascere deve sprofondare nell’ombra e solo a tal punto potrà sentire la potenza della vita. Orfeo ed Euridice si cercano instancabilmente perché hanno bisogno l’uno dell’altro per sussistere, lui nella luce, lei nell’ombra. La compenetrazione dei due opposti porterà alla loro completezza esistenziale.
Tu sei il mio labirinto
Orfeo
Discerno le ore
come bucato da lavare
tra quelle usate
e quelle che non ho usato mai.
Euridice
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