Le atrocità compiute nel corso delle due Guerre Mondiali hanno posto in evidenza la precarietà dei diritti umani fino a quel momento sanciti. In particolare, il conflitto mondiale ha rivelato la possibilità di cancellare secoli di lotte politiche, gettando l’umanità nello sconforto e nella paura.
Il libro del signor “B” è un viaggio a cavallo tra la prima e la seconda guerra mondiale (1915/1945). e sue pagine, tutte intrise di reminiscenze mnemoniche, non lasciano nulla al caso. Non sempre mosso sulle rotte della felicità, questo libro si carica del vasto universo dei ricordi, dai più dolorosi a quelli segnati da una tenerezza meravigliosa sottolineando la bellezza, ma anche il dolore che può causare l’atto di ricordare il passato.
Il passato, culla dei ricordi, nonostante il trascorrere degli anni, resta ancorato nell’animo del signor “B” pronto a risalire alla memoria; aiutato dal suo prezioso “bugiardino” come lui lo chiama, un quaderno che ha conservato a lungo su cui ha annotato tutta la sua vita dove ha trascritto minuziosamente tutti gli accadimenti, offre allo sconosciuto ascoltatore la sua vita.
L’ascoltatore, in questo caso anche autore di questo libro, instaurando nel tempo un rapporto di fiducia con il signor “B”, non ha allontanato quell’esperienza, ma, anzi, l’ha fatta sua e sebbene, per alcuni tratti, sia stata dolorosa, non ha rinnegato ma ha attraversato quel lungo periodo di racconto, assaporando appieno la certezza di trovarsi dinnanzi ad una storia vera, ricca di fantasmi del passato, quelli che affollano la mente, quelli che più si prova a metterli a tacere e più gridano, sovrastando, come una musica ad alto volume, i pensieri chiusi a chiave nella mente.
Un viaggio nel tempo dunque, che ha richiesto costanza ed impegno, nell’autore che ha superato difficoltà e ostacoli provenienti da situazioni, non vissute in prima persona, ma dall’incontro “fortuito” con un essere umano anziano. Una circostanza, dove il “caso” non ha giocato la sua partita, in quanto, entrambi i personaggi si sono scelti volutamente e qui, rafforzando l’idea di quanto l’autore stesso ha fatto sua la storia stessa, cito una frase di Elisabetta Rossi Brizzi: “I tuoi ricordi si sono cuciti a me con un sospiro e una lacrima”.
Il signor “B”, convinto che il destino della vita è già scritto dentro ciascuno degli esseri umani, l’affronta e la vive, anche quando le situazioni e il vissuto, non riescono a dare risposte alle domande insistenti al contenuto della vita stessa.
S’interroga spesso durante il suo raccontare, cercando risposte a domande di senso e significato a cui, nessun essere umano, sa dare giustificazione.
La maledetta guerra, le sue atrocità, la cattiveria indescrivibile di alcuni esseri umani, perpetrata sia nei suoi confronti che in quella di milioni di altre persone, il signor “B” per tanti anni, l’ha respirata, ne ha sopportato la vista, l’ha subìta sul suo corpo martoriato costantemente perpetrata dai nazifasciti con efferata crudeltà e odio nel lager tedesco, ha camminato tra le macerie delle città distrutte.
Alcune pagine del libro sono ricche di pietà e amore, sono le pagine che riguardano la nascita stessa del signor “B” (1915), e la sua accoglienza in una famiglia quando, durante il suo parto, muore sua madre. Tutta la sua vita è lastricata di incontri; altri personaggi, si affacciano sulle pagine del libro tra cui, un’infermiera, dei medici e altre persone che l’aiutarono quando, solo e disperato non sapeva cosa fare, non ultimo, l’incontro con un sacerdote che si era impegnato molto nel dargli il suo aiuto.
Il “Signor B” è un libro che dovrebbe stare nelle Biblioteche Pubbliche, farlo leggere ai ragazzi, parlare di quel periodo storico non dovrebbe essere “una tantum” ma ricordarlo sempre.
La seconda guerra mondiale è stata drammatica e letale, uno dei più sanguinosi conflitti della storia, con un numero di morti che oscilla tra i 40 e i 50 milioni.
Questo libro non è soltanto una storia personale, una vita vissuta, ma, sicura di interpretare il desiderio del signor “B”, vuole essere anche un invito alla riflessione perché eventi del genere non si ripetano più e cioè il genocidio nazista (la Shoah - sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione di tanti popoli che subirono la deportazione, anche quella italiana.
In conclusione, chiudo con una citazione di Charles Dichens: “C’è stato un lungo periodo difficile quando ho tenuto lontano da me il ricordo di ciò che avevo riposto in un cassetto quando ne ignoravo il valore”.
Lo scrittore, Orazio Claveri, dopo anni, l’ha aperto quel cassetto e ha dato vita a un bel libro parzialmente storico è vero ma ricco delle vicende di una persona che si è fidata di lui, consapevole che, negli occhi dell’ascoltatore, dopo aver visto risplendere la luce, non l’avrebbe mai tradito e sarebbe stato la sua “lunga mano” ad accarezzare i suoi ricordi trasportandoli sulle pagine bianche.
Nel fare i miei complimenti allo scrittore Orazio Claveri concludo raccomandando la lettura del libro “Il signor B”, sicura che, lo scorrere delle pagine provocherà emozione positiva e, forse, qualche lacrimuccia.
E come dice Marco Mengoni: “Certe storie diventano polvere, non ti resta nemmeno un ricordo, altre, invece, nonostante il tempo, ti restano addosso”.
Buona lettura
Michela Tropea
Miliardi di esseri umani hanno transitato nel nostro Mondo, miliardi se ne affacceranno ancora. Riuscirà la natura a sopravvivere e a difendersi dal male che gli esseri umani gli stanno procurando con la loro ingordigia e la loro ignoranza?
L’essere umano nasce, vive e muore, ma, nessuno di essi ha avuto lo stesso percorso di vita né lo avrà mai. Ciascuno è un individuo unico e non avrà mai la stessa, identica storia di qualcun altro.
Da questa considerazione scaturisce che nessun essere umano potrà mai darsi una spiegazione sulla vita, trovarne le motivazioni, scoprirne i misteri così come nessuno mai potrebbe scriverla allo stesso modo, nessuno mai potrà raccontarla allo stesso modo, rispetto a colui che l’ha vissuta, dopo di lui vivrà nel ricordo di chi l’ha conosciuto, di chi gli ha voluto bene e di chi no, però nessuno di essi potrà mai pensare di sapere tutto di lui.
La vita di un uomo spesso è accompagnata dalla morte che gli cammina accanto e, alcune volte, questa ha dovuto rassegnarsi attendendo pazientemente un’altra occasione. Nessuno può dire cosa ci sia nell’altra dimensione dove conduce la morte; nessuno può avere certezze finché si vive sulla terra. Dubbi e incertezze accompagnano l’essere umano; soltanto chi è andato oltre la vita può avere tutte le risposte, ma, il ritorno, non è consentito, ragion per cui continuiamo a brancolare nel regno delle domande che non avranno mai una risposta. Questo libro racconta una delle tante vite travagliate.
Fatta questa premessa, mi accingo a raccontare una storia, la storia del “Signor B”, che ha colpito la mia curiosità. Da un fortuito incontro sono venuto a conoscenza della storia di vita di un essere umano che chiamerò “Signor B”.
Il “Signor B” ha voluto farmi partecipe raccontandomi minuziosamente, quasi minuto per minuto, la sua vita, una vita dalle vicissitudini a volte amare, ricca di eventi gioiosi o dolorosi. Ho ascoltato le sue parole, ho condiviso i suoi sorrisi e i suoi pianti. Una storia sicuramente unica che, comunque, vale la pena di essere raccontata.
In sua memoria posso dire che, senza ombra di dubbio, al “Signor B” farà piacere, così come gli avevo promesso, che la sua lunga storia di vita, venga scritta e offerta al pubblico.
Credo inoltre che, dall’aldilà, lui abbia guidato la mia mano, e sorriderà se, a qualcuno che avrà il piacere di leggere il libro, strapperà un sorriso e qualche lacrimuccia, abbracciando idealmente chi, nella vita ha dovuto sopportare di peggio.
Orazio Claveri
Iniziamo con un ripassino veloce relativo alla Prima Guerra Mondiale che potrebbe sembrare fuori luogo, considerato che io sono nato proprio nel 1915 e quindi sembrerebbe non avere a che fare nulla con la mia vita, mentre ha assunto molta importanza con la mia data di nascita.
L’Italia non è entrata immediatamente nel conflitto armato agli albori del 1914 ma approfittando di una clausola prevista nel sottoscritto “Trattato della Triplice Alleanza” si dichiarò neutrale avvalendosi del fatto che gli Stati aderenti avrebbero dovuto adoperarsi ad aiutare gli altri Stati solamente in caso di attacco mentre in quella circostanza il conflitto prese origine dall’ultimatum di Austria ed Ungheria che portò all’attacco della Serbia del tutto estranea al “Trattato della Triplice Alleanza” sottoscritto nel 1882 oltre che da Austria ed Ungheria anche dalla Germania e dall’Italia.
La neutralità dell’Italia si prolungò quindi per un anno circa in cui si animava la discussione dei politici di allora divisi tra gli Interventisti che volevano l’immediato ingresso nel conflitto ed i Neutralisti che erano invece assolutamente contrari.
Agli Interventisti aderivano gruppi politici e di cultura riconoscendosi nei Nazionalisti e negli Irredentisti, i Nazionalisti volevano che l’Italia conquistasse le terre nazionali ancora assoggettate al dominio straniero e consideravano la Guerra come lo strumento da utilizzare per acquisire prestigio nel Mondo.
Gli Irredentisti invece si ispiravano ai valori del Risorgimento in quanto per loro era essenziale l’Unità della Patria per cui un conflitto con Austria ed Ungheria si doveva evitare per cercare di togliere loro le terre ancora occupate dall’Austria nella parte Nord Orientale del Paese costituite dall’Alto Adige, la zona di Trento, la Venezia Giulia assieme alle Città di Gorizia e Trieste.
Furono molti gli intellettuali giovani le cui aspirazioni concordavano con quelle degli Interventisti portate avanti dai Futuristi in particolar modo da Gabriele d’Annunzio che scatenò una dura battaglia a favore dell’intervento contro gli Imperi centrali.
Tra i Neutralisti spiccavano invece coloro che seguivano le idee del Ministro Giovanni Giolitti, i Socialisti ed i Cattolici.
Le posizioni del “vecchio” Ministro Giovanni Giolitti erano legate al concetto che la Guerra sarebbe stata molto lunga ed il fronte Italiano si sarebbe trovato ad affrontare enormi difficoltà; era convinto inoltre che l’Impero Austro Ungarico fosse destinato ad esaurirsi per cui sarebbe stato saggio limitarsi ad attendere.
I Socialisti sostenevano che la Guerra fosse sempre stata la causa primaria dei problemi del Mondo in conseguenza del fatto che in ogni caso portasse sempre fame e povertà alla popolazione in particolar modo nel mondo dei lavoratori e degli operai motivo per il quale erano decisamente un’altra forza di Neutralisti.
Infine i Cattolici, ovviamente ispirati alla Religione, avevano validi motivi per dare spiegazione alla loro volontà di astensione, tra l’altro la Chiesa aveva un forte legame con il mondo dell’Agricoltura che da sempre si è schierato dalla parte di chi era contrario ad ogni tipo di conflitto.
In conclusione “... alla fine della fiera delle vacche magre...” prevalsero le idee degli Interventisti e nel 1915, preso atto della volontà dell’Italia di entrare in Guerra a fianco della Triplice Intesa, in gran segreto stipularono a Londra il ventisei del mese di Aprile del 1915 una sorta di Patto secondo il quale l’Italia si impegnò ad entrare in Guerra entro trenta giorni, a fronte dell’impegno assunto, l’Italia avrebbe avuto alla fine della Guerra come risarcimento, le aree di Trento e Alto Adige, di Trieste e di Gorizia, dell’Istria e della Dalmazia ed, a seguito del Patto di Londra, il ventiquattro del mese di Maggio del 1915 l’Italia entrò in Guerra.