Titolo | La Circolare rossa, ovvero la sottoveste di raso | ||
Autore | Gabbean | ||
Genere | Narrativa | ||
Pubblicata il | 18/10/2023 | ||
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Immagino che vi stiate chiedendo: ma che c’entra la Circolare rossa con una sottoveste, seppure di raso? Sarà tutto chiaro quando vi avrò riferito ciò che Giulio mi ha raccontato poco tempo fa.
Per cominciare, avete mai preso la Circolare rossa alla fermata di Piazza Quadrata? E’ sempre affollata. Posti a sedere liberi non ce ne sono mai. Per fortuna il tragitto fino a “La Sapienza” dura solo una quindicina di minuti.
Già, dimenticavo di dirvi che Giulio è uno studente fuori sede, iscritto alla Facoltà di fisica ed è sempre puntuale per le lezioni del mattino, dal lunedì al venerdì. In quei giorni trova comodo pranzare alla Casa dello Studente. Del resto la qualità del cibo è accettabile e il costo alla portata delle sue tasche.
Il sabato Giulio è invitato dalla zia Piera, la sorella del padre, che fa la camiciaia e da tanti anni vive a Roma. Fausto, il marito, è elettricista a Cinecittà. La zia gli riserva mille attenzioni e, non avendo figli, lo tratta con vero affetto materno.
In una occasione, si presenta un imprevisto: ci sono altri due invitati, una giovane donna e il piccolo figlio. Sono i nuovi inquilini dell’appartamento di fronte, sfitto fino a pochi giorni prima.
Si sono trasferiti a Roma perché il marito di Mirella - questo il nome della mamma e Antonio quello del figlio - da responsabile del personale di un supermercato di provincia è stato chiamato a dirigere la struttura commerciale di Via Appia Nuova.
Quella novità diviene ben presto una consuetudine. In pratica ogni sabato Giulio si trova a tavola con Mirella e Antonio. Nasce così un clima confidenziale, una sorta di familiarità. Giulio ne è al centro, anche per l’evidente ammirazione che Mirella nutre nei suoi confronti.
- Posso dirti che ti invidio?
- Non capisco perché…
- Dopo il diploma da ragioniera, desideravo iscrivermi a un corso universitario. Una aspirazione che i fatti della vita, soprattutto il matrimonio e la maternità, hanno spento rapidamente.
- Beh, ora che abiti a Roma puoi ripensarci
- No, credo che sia materialmente impossibile
- Dipende dalla fermezza della tua volontà. Il fatto che tu abbia un figlio non sarebbe un grande ostacolo. Potresti iscriverti a una facoltà che non preveda l’obbligo di frequenza
- Grazie, ci penserò…
Ad Antonio Giulio appare, invece, come un fratello maggiore. Nella sua cameretta, dopo pranzo, si mettono a giocare, fino all’ora del sonnellino pomeridiano. Allora Giulio gli siede a fianco e inventa per lui storie con personaggi fantastici: il Gabbiano Ali Bianche, la Volpe Scaltrona, la Civetta delle Nevi, lo Scoiattolo Codino e molti altri.
Un sabato, mentre stanno giocando con delle macchinine, una di esse esce di pista e Giulio si gira istintivamente per recuperarla. Mirella, alle loro spalle, è seduta sul letto. Indossa una sottoveste chiara di raso. Le gambe leggermente dischiuse lasciano intravvedere, all’inguine, un triangolo scuro. Giulio, pur turbato da quella visione, per educazione rivolge subito lo sguardo altrove.
Il sabato successivo quella situazione, in modo del tutto casuale, si ripete. Stavolta Giulio fatica a distogliere lo sguardo da quel morbido prato in mezzo al quale spunta un fiore rosa. Gli viene in mente l’inizio di “Porci con le ali” il romanzo anticonformista di Lidia Ravera e Marco Lombardo Radice: «***pelosa, bella calda, tutta puzzarella…». Sorride, con disincanto.
Quando Antonio si è addormentato escono dalla stanza. Giulio accosta la porta nello stesso momento in cui lo fa anche Mirella. Le mani si sfiorano.
Sono di fronte. Si guardano, in silenzio…
E qui finisce il racconto di Giulio.
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