Ingenua bambina d’ottant’anni,
sulla panchina stavi
a scaldare i pensieri anchilosati,
a riempire di iodio i tuoi polmoni.
Ignoravi l’esistenza d’una stanza
pronta a imprigionare
la tua mente che adesso muore
senza sole e senza sale,
nella casa per anziani,
dal dovere dei tuoi cari, lucidata.
Sulla panchina, un’altra vecchia,
alle due del pomeriggio, siede,
sul suo pastrano un’altra storia
la cui fine mè ancora sconosciuta.
11 marzo 2004