In questi giorni non riesco a pensare alla poesia, a guardarmi dentro e ascoltarmi; i miei occhi sono pieni invece delle immagini terrificanti del maremoto che ha investito lAsia sud-orientale: quei corpi senza vita, quelle macerie, quel fango, la disperazione dei sopravvissuti che piangono i morti e la devastazione che vedono intorno a sé, lattivismo frenetico dei soccorritori che portano via i cadaveri, mascherina sulla bocca e orrore negli occhi.
E le vittime sono anzitutto i poveri della Terra: i pescatori che abitano a due passi dal mare, in case precarie, quasi capanne, magari su palafitte, e i bambini, tanti bambini, perché sono piccoli, leggeri, non oppongono resistenza e amano giocare o sostare sulla battigia del mare creduto amico.
Probabilmente la foto di quel padre dello Sri-Lanka, che tiene tra le braccia il figlioletto nudo strappato alle acque, per consegnarlo ai soccorritori, diventerà licona di questa tragedia. Una tragedia dove certo la Natura "matrigna", di leopardiana memoria, ha fatto tutto da sola, dimostrando quanto immenmso sia il suo potere e infinitesimale, al confronto, quello umano, pure nelle sue forme più distruttive e odiose, se è vero che il potenziale che si è scatenato due giorni fa nellOceano equivale a un milione di volte quello sviluppatosi con lesplosione dellatomica su Hiroshima; ma è altrettanto vero che proprio in questi luoghi, che appartengono al "sud" del mondo non solo geograficamente e sono poveri non tanto per cause naturali quanto storiche e socio-economiche, non è attiva nessuna forma di controllo dellattività sismica, che potrebbe allertare gli abitanti e salvare vite umane.
E lallarme non è arrivato in tempo, per ragioni misteriose, nemmeno dai Paesi che invece questi dispositivi ce lhanno: sono intercorse infatti ore tra il sisma e larrivo dellonda; questo lasso di tempo avrebbe potuto salvare migliaia di persone.
Insomma,la Natura sarà pure matrigna, ma luomo le dà una bella mano nel colpire i più deboli.
Tra le vittime ci sono molti Europei: dolore, cordoglio e pietà anche per loro, che forse hanno lavorato un anno intero per vivere lemozione di una vacanza in posti tra i più belli del mondo.
Nessuna solidarietà invece per i turisti sessuali di questi luoghi, che, come sappiamo, non sono pochi.
Nessuna solidarietà nemmeno per chi parte comunque, in questi giorni, malgrado le raccomandazioni di rinunciare, per la vacanza programmata, a due passi da quei luoghi martoriati, perché non dimostra nessuna sensibilità umana nei confronti di chi, ormai, non ha più che gli occhi per piangere.