Titolo | GINNASTICA VERTEBRALE ANTALGICA | ||
Autore | Paolo Gianluigi Cabella | ||
Genere | Medicina | ||
Pubblicata il | 10/04/2012 | ||
Visite | 8478 | ||
Editore | Liberodiscrivere® edizioni | ||
Collana | Medico Scientifica N. 7 | ||
ISBN | 9788873883821 | ||
Pagine | 122 | ||
Prezzo Libro | 15,00 € | ![]() |
Avere mal di schiena o comunque un malessere più o meno diffuso nella porzione posteriore del corpo è diventata una specie di consuetudine, una cosa quasi inevitabile, si potrebbe dire addirittura “normale”.
Finiamo, in genere, per non farci più caso almeno fino a quando il dolore non si fa più intenso obbligandoci a rallentare il ritmo della nostra vita, o non ci costringe immobili a letto.
Ma tutto questo, ovviamente, non è normale.
Non vi è nulla che possa sostituirsi al movimento, per cui realizzare un programma di ginnastica mirato al mantenimento dell’efficienza della colonna vertebrale e delle grandi articolazioni, è da considerarsi oggi una vera e propria necessità, più che una sana abitudine.
INTRODUZIONE
La conquista della “stazione eretta”, cioè la possibilità di stare in posizione bipede e di deambulare rappresenta il primo carattere distintivo dell'evoluzione dell'uomo rispetto agli animali.
Questa possibilità ci è concessa dalla particolare morfologia della colonna vertebrale e dalla sua capacità di rispondere efficacemente a funzioni particolari che svolge grazie a una struttura resistente e molto complessa e, proprio per questo, complessivamente abbastanza fragile.
La colonna vertebrale garantisce l'equilibrio e la stabilità del corpo, sostiene il capo, gli arti superiori e l'intero tronco, protegge il midollo spinale, permette la mobilità e gli spostamenti del tronco, ammortizza le sollecitazioni ed i carichi grazie alla sua flessibilità, proteggendo la scatola cranica ed il suo prezioso contenuto, dona elasticità all'intera struttura corporea.
Ogni vertebra ha una struttura particolare e possiede caratteristiche proprie in funzione del distretto di appartenenza. Non è questa la sede per una approfondita esamina anatomica (per la quale si rimanda ad un testo specifico), mi preme solo porre l'attenzione su alcuni elementi dell'aspetto anatomo-funzionale della colonna, che ritengo sia indispensabile tener sempre ben presenti
Le specificità contrapposte appena elencate ci permettono di comprendere la complessità della struttura e di immaginare la sua “fatica funzionale” nell'assolvere tutti i suoi compiti. E' indispensabile che questa considerazione guidi costantemente l'operatore inducendolo a una pratica paziente e guardinga nel formulare le proprie richieste di lavoro, convincendolo che è certamente meglio procedere a piccoli passi piuttosto che non procedere affatto.
La ginnastica vertebrale antalgica è una tecnica specifica per sedare il dolore vertebrale e cercare di normalizzare il rapporto muscolo-scheletrico rachideo, impostando il lavoro di rieducazione motoria che troverà naturale continuazione nella rieducazione posturale.
La tecnica prevede tre ambiti di intervento:
Metodologicamente la tecnica, pur privilegiando e auspicando un rapporto univoco tra operatore e paziente, è proponibile con facilità anche a piccoli gruppi di lavoro, e si realizza attraverso esercizi semplici e facilmente memorizzabili, eseguibili a casa, senza la necessità di strumenti o attrezzi particolari.
Il trattamento caldamente raccomandato prevede sempre uno svolgimento completo del lavoro, strettamente ispirato a principi olistici, riguardante tutti i distretti vertebrali, qualsiasi sia la disfunzione e il grado di disturbo lamentato dal paziente.
I tempi di lavoro sono, come sempre nelle attività naturali, mal definibili, essendo legati a diversi fattori soggettivi, alla eventuale patologia in atto e alla effettiva esecuzione del lavoro domiciliare. In linea di massima si può prevedere un periodo di lavoro complessivo di tre mesi suddivisi in due periodi teorici e variabili, dedicati uno alla remissione della sintomatologia dolorosa e l'altro alla stabilizzazione posturale. È bene evidenziare che la variabile più influente è rappresentata dalla continuità del lavoro a casa, per cui dovrà essere opera primaria dell’operatore il convincimento e la presa di coscienza del paziente
Avere mal di schiena o comunque un malessere più o meno diffuso nella porzione posteriore del corpo è diventata una specie di consuetudine, una cosa quasi inevitabile, si potrebbe dire addirittura “normale”.
Finiamo, in genere, per non farci più caso almeno fino a quando il dolore non si fa più intenso obbligandoci a rallentare il ritmo della nostra vita, o non ci costringe immobili a letto.
Ma tutto questo, ovviamente, non è normale.
Non vi è nulla che possa sostituirsi al movimento, per cui realizzare un programma di ginnastica mirato al mantenimento dell’efficienza della colonna vertebrale e delle grandi articolazioni, è da considerarsi oggi una vera e propria necessità, più che una sana abitudine.
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