Giacomo Walter Cavallo
Splendore di PEGLI e dei suoi personaggi

Titolo Splendore di PEGLI e dei suoi personaggi
Cronistoria dal 1835 al 1935
Autore Giacomo Walter Cavallo
Genere Storia e tradizione locale      
Pubblicata il 19/02/2018
Visite 7995
Editore Liberodiscrivere® edizioni
Collana Koine´  N.  38
ISBN 9788893391054
Pagine 196
Prezzo Libro 15,00 € PayPal
[...] Leggendo questo libro ho avuto la sensazione di ricordare, come se il paesaggio nel quale si sono svolti i fatti descritti e hanno vissuto le persone citate fosse ancora nella mia memoria; forse sono incline a farmi suggestionare, o forse c’è qualche strascico genetico che mi lega a questo territorio di ponente che è stato la terra dei miei vecchi, ma è certo che le ricerche di Cavallo portano a un approccio naturale e spontaneo con il passato.
Silvana Ghigino Architetto e Paesaggista Direttore Parco Durazzo Pallavicini
Un viaggio affascinante nella storia di Pegli, cittadina rivierasca divenuta parte della Grande Genova, dal 1835 al 1935. Gli sviluppi urbanistici, i personaggi, i fatti locali di cent’anni così caratterizzanti per conoscere e comprendere la Pegli di oggi. Uno sguardo curioso e attento scorre di pagina in pagina attraverso momenti, scorci e approfondimenti, coinvolgendo il lettore nella gioiosa partecipazione dell’autore, mai banale o cattedratico, in un percorso interessante e piacevole dalla prima all’ultima pagina. Un altro sogno nel cassetto realizzato dall’amico Walter Cavallo, pregevole tassello a dar seguito al precedente “Alla ricerca di Ignazio Alessandro Pallavicini, uomo del Risorgimento italiano”.
Aldo Turati Presidente della Scuola Musicale Giuseppe Conte, costituta a Pegli nel 1896
Prefazione 
di Silvana Ghigino
 
Se avessi l’autorità per intrigarmi in faccende scolastiche proporrei anch’io al Ministero dell’Istruzione una modifica e sarebbe relativa allo studio della Storia. Innanzi tutto proporrei di affrontarla nel senso inverso a quello canonico il ché produrrebbe l’effetto di cominciare a parlare di storia ai bambini chiedendogli di analizzare chi sono i loro genitori, chi i nonni, i bisnonni e così via. Ne risulterebbe il rischio che non sappiano mai chi è stato l’Homo sapiens, rischio che mi sentirei di barattare con quello attualmente corrente che non sappiano mai in maniera corretta e approfondita cosa vuol dire fascismo, Hiroschima o guerra fredda. Ebbene, se si potesse ribaltare l’approccio della storia in questo modo, a Pegli si dovrebbe nominare docente onorario Walter Cavallo.
In verità Walter il suo contributo alla divulgazione della storia ‘a rovescio’ già lo da, sia all’interno delle scuole che scrivendo libri come questo che mi auguro vorranno leggere molti pegliesi e genovesi.
Leggendo questo libro ho avuto la sensazione di ricordare, come se il paesaggio nel quale si sono svolti i fatti descritti e hanno vissuto le persone citate fosse ancora nella mia memoria; forse sono incline a farmi suggestionare o forse c’è qualche strascico genetico che mi lega a questo territorio di ponente che è stato la terra dei miei vecchi, ma è certo che le ricerche di Cavallo portano a un approccio naturale e spontaneo con il passato. Questo forse perché lui narra con equità, eliminando la pomposità che solitamente alcuni storici abbinano ai personaggi importanti e riportando tutti allo stesso piano del vivere quotidiano. Così ci descrive un marchese Pallavicini gentile padrone di casa nella sua villa quando ospita Don Bosco e i suoi cento ragazzi e a fianco persone che molti di noi hanno conosciuto come il pittore Cestino che mi riporta alle belle mostre che i pittori pegliesi e/o ponentini organizzavano sul lungomare.
Quanti saranno i pegliesi che sanno chi è Cristoforo Bonavino? 
A tutti: “Buona lettura!”
 
 
 
CRONOLOGIA ESSENZIALE
 
1835 Protesta dei pescatori pegliesi;
 
1846 Inaugurazione del parco di Villa Durazzo Pallavicini, in occasione dell’ottavo congresso degli Scienziati Italiani tenutosi a Genova dal 14 al 29 settembre;
 
1856 Inaugurazione della ferrovia Genova–Voltri con fermata di tutti i treni a Pegli;
 
1858 Si apre il nuovo Stabilimento Balneario nel grandioso palazzo che fu dei Lomellini e che, ricostruito di più ampia mole poco prima del 1870, diverrà il Grand Hotel Mediterranée;
 
1858 Si costruisce l’Hotel Michel in piazza della stazione (denominato in seguito Hotel de la Ville et D’Angleterre, destinato in era post bellica a sede di partiti (casa del popolo). Si apre pure in questi anni, l’Hotel Gargini, nel cosiddetto “casotto alla marina” di Giovanni Andrea Doria;
 
1862 Progetto di apertura di una strada interna in Pegli che verrà intitolata a Ignazio Alessandro Pallavicini sino in piazza della stazione e ad Andrea Doria sino all’ingresso del Grand Hotel Mediterranée (poi diventata l’attuale via Sabotino);
 
1874 Pegli e Multedo formano un solo comune;
 
1881/82 Costruzione del Palazzo Municipale e delle Poste (inaugurazione 17/12/1882);
 
1884 Si inizia la costruzione della nuova chiesa dedicata a S.M. Immacolata e S. Marziano che sarà elevata a parrocchia nel 1890;
 
 1888 Si costituisce la società dei villini vecchi che edifica, lungo l’attuale viale Modugno, qualificate residenze per una ricca borghesia;
 
1901 Nasce l’Associazione Pro Pegli, con scopi di valorizzare le attrattive di Pegli e dintorni;
 
1908 Termina festosamente la lunga lotta tra le due parrochie S. Martino e S. M. Immacolata. Nello stesso anno si inaugura il monumento a Giuseppe Garibaldi;
 
1910/20 Si incrementa lo sviluppo edilizio di Pegli, ora indirizzato di preferenza verso la domanda della media borghesia (palazzine e appartamenti);
 
1920 Il 29 ottobre 1920 viene eletta la prima Amministrazione Socialista del Comune di Pegli con il sindaco Giuseppe Travo che rimarrà in carica sino a 6 ottobre 1922;
 
1923 Dopo la nomina di un commissario prefettizio, il 24 giugno 1923 viene eletto un sindaco fascista, Corrado Giani che verrà sostituito da un altro commissario prefettizio: il signor Adolfo Gaggero che si insedierà il 2 luglio 1924, transitando la cittadina nella Grande Genova;
 
1925 Villa Doria viene acquistata dal comune di Pegli sotto la gestione commissariale, in data 9 ottobre 1925, per poi passare di proprietà del comune di Genova, in forza dell’annessione di Pegli alla Grande Genova.
L’ing. Fabio Garelli, pegliese, dona al comune di Genova la sua collezione di dipinti e modelli di navi, che darà vita al museo navale di Pegli, inaugurato nel dicembre 1929.
 
1926 Pegli fa parte della Grande Genova con R.D. 14/1/1926, n° 74;
 
1927 È istituita a Pegli l’Azienda Autonoma di Soggiorno (D.M. 8/3/1927) che durerà fino al 1981, quando verrà inglobata nell’azienda unica di Soggiorno e Turismo di Genova, in seguito azienda di Promozione Turistica;
 
1928 Si apre l’Esposizione estiva di Villa Doria (15 luglio 1928) Donazione al Comune di Genova di Villa Durazzo Pallavicini (28 ottobre 1928);
 
1929 Inaugurazione del Civico Museo Navale di Villa Doria;
 
1930 Inaugurazione del Monumento ai caduti della Grande Guerra (23 novembre 1930);
 
1934/35 Demolizione delle case dei pescatori tra l’Aurelia e la spiaggia per la realizzazione della passeggiata a mare dal Varenna al castello Vianson. 
 
 
 
 
CAPITOLO I
 
Dalle proteste dei pescatori pegliesi (1835) all’unificazione dei comuni di Pegli e Multedo (1874)
 
Agli inizi dell’Ottocento, Pegli non ha ancora sentori di uno sviluppo turistico. Come accade in molti altri borghi rivieraschi, la sua economia presenta gli aspetti tipici dell’antico regime, caratterizzata da una pluralità di attività, non solo legate al mare, come la pesca e il cabotaggio, ma anche al retroterra: agricoltura e alcune manifatture, come l’industria molitoria, quella tessile e quella cartaria. Anche se la cittadina è visitata da “non pochi malati, valetudinari e vecchi bisognosi di aria più mite e di un ambiente tranquillo, lontano dal movimento fastidioso della città”, mancano quasi del tutto specifiche strutture ricettive. Nel 1817 sono attive la Locanda Lomellini (così chiamata perché ubicata in un immobile di proprietà della famiglia genovese), che è l’unica del paese, e un’osteria con alloggio; oltre a questi esercizi destinati ai forestieri, vi sono alcuni pubblici ritrovi a uso dei residenti.
Nei secoli XVI e XVII, le famiglie patrizie illuminate avevano eretto a Pegli ville principesche, e furono loro, in compagnia di un ceto borghese che aveva studiato e si era patrimonializzato, a mutare progressivamente fisionomia e ruolo della cittadina.
Un primo significativo cambiamento riguarda la sistemazione della viabilità. Sotto il regno di Sardegna fu attuato il progetto napoleonico della costruzione della linea litoranea Genova-Nizza, “Strada Nazionale” per quanto riguarda il Regno di Sardegna, in quanto d’importanza nazionale, oggi SS Aurelia.
Tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, Pegli diventa un rinomato centro turistico e di soggiorno balneare. Questo borgo godeva, e gode ancora oggi, di una situazione privilegiata per il clima dolce e la sua posizione aperta sul mare, protetta dai venti del nord da una corona di colline ricche di vegetazione e di pinete. Questo è forse il principale motivo che sta alla base della sua vocazione turistica.
Il salto di qualità si ebbe con l’idea del marchese Ignazio Alessandro Pallavicini di creare un polo di attrazione in questa Pegli in via di trasformazione: il parco romantico della sua villa.
 
Nato a Milano il 5 aprile del 1800 dal marchese Paolo Gerolamo III e dalla seconda moglie, la marchesa Maria Maddalena Grimaldi, ebbe un’infanzia piuttosto travagliata. Quando venne proclamata la Repubblica Ligure, il marchese Pallavicini, comandante dell’esercito dell’originaria Repubblica di Genova, in odio ai francesi si dimise dal suo ruolo. Proscritto e condannato a pagare una penale considerevole, così come altri componenti di nobili famiglie, si vide confiscare metà dei suoi beni a titolo di contribuzione per la neonata Repubblica filofrancese.
Paolo Gerolamo III lascia Genova agli inizi del settembre 1797, insieme a tutta la famiglia: la ventiduenne seconda moglie, il figlio avuto dalla prima moglie, Giovanetta Durazzo, e il fratello Ranieri, oltre ad un certo numero di servitori. Il 9 settembre arriva a Firenze, capitale del Granducato di Toscana, e alloggia in borgo Ognissanti, nel palazzo del principe Rospigliosi. Nel marzo 1799 il Granduca di Toscana a sua volta è costretto all’esilio e alla fine di novembre dello stesso anno anche i Pallavicini devono di nuovo traslocare. Si trasferiscono a Milano, a quel tempo capitale della Repubblica Cisalpina. Per tutto il tempo della sua permanenza milanese, il marchese Pallavicini, con la sua famiglia, vive in affitto nel palazzo Crivelli di piazza Santa Marta, dove resterà per più di tre anni. Proprio lì nasce il futuro marchese Ignazio Alessandro, che solo sopravvivrà a cinque fratelli.
Unico erede di genitori importanti, Ignazio Alessandro non è un giovinetto che si possa trascurare. Per questo il governo francese impone ai genitori l’iscrizione del figlio al collegio militare di La Flèche, di prestigiosa tradizione, ma certamente scomodo per un genovese. Paolo Girolamo, in tutti i modi, tenta di evitare la coscrizione del figlio. Scrive a Napoleone, divenuto nel mentre Imperatore, chiedendo la grazia di fare seguire gli studi al figlio nel Liceo di Genova in considerazione della sua precaria salute e anche perché è l’unico figlio rimasto vivo, la sola consolazione della madre. Tutti i tentativi hanno esito negativo. Paolo Girolamo e la moglie, dall’aprile al dicembre 1810, sono a Parigi dove hanno colloqui con vari notabili a cui garantiscono “concreta riconoscenza” a chiunque possa aiutarli. Alla fine, il 31 marzo 1812, riescono a vedere il figlio “radiato per tisi”. Ignazio Alessandro può tornare a Genova per “curarsi” e proseguire gli studi. Come si vedrà in futuro, il giovane Pallavicini vivrà sino a settantuno anni senza alcun problema polmonare. Dodicenne, si stabilisce nel palazzo di famiglia situato oggi in via XXV aprile al civico 12, a quel tempo via Carlo Felice.
L’anno 1833 per la famiglia Pallavicini è importante. Il 18 febbraio, nella sua dimora cittadina, Paolo Girolamo III muore. Passano alcuni mesi e ad Ignazio Alessandro viene proposta, nella gestione amministrativa della città di Genova, la carica di decurione. È il primo maggio e, nella sua lettera di accettazione, cita il padre che “per sovrano volere sostenne la pregevolissima carica di Sindaco”. Qualche anno dopo, nel 1837, il giovane marchese entra in possesso dei beni ereditati a Pegli dalla zia Clelia Durazzo vedova Grimaldi.
Il Palazzo Grimaldi di Pegli, poi Pallavicini, e infine Durazzo Pallavicini, attualmente adibito a sede del museo di archeologia ligure, è il fulcro attorno al quale si sono sviluppati prima l’orto botanico di Clelia Durazzo e in seguito il parco voluto da Ignazio Alessandro Pallavicini.
Ora apriamo una parentesi necessaria.
Quella che oggi chiamiamo villa Durazzo Pallavicini faceva originariamente parte di una grande estensione di terreno della proprietà Grimaldi. L’ultimo ad averne il possesso fu il marchese Giuseppe, marito della più famosa Clelia Durazzo, detta “l’erborista”. Nata a Genova nel 1760 da Giacomo Filippo e Maria Maddalena Pallavicini, Clelia si appassionò alla botanica in quanto il padre, ma soprattutto lo zio Ippolito, furono tra i primi a Genova a promuovere la cultura naturalista. Ippolito Durazzo, appassionato di botanica, viaggiatore e collezionista, diede incarico a Andrea Tagliafichi di ristrutturare la sua villa allo Zerbino con l’inserimento di piante esotiche, inserendo così i primi princìpi di trasformazione del giardino da geometrico in paesistico.
Per la giovane Clelia questo fu il modello a cui ispirarsi. Quando il matrimonio con Giuseppe Grimaldi la portò a condividere la villa di Pegli con ampi terreni e giardini, nel 1794 impiantò il primo nucleo del suo orto botanico con la messa a dimora di piante rare.
Anche lei odiava i francesi. Con il marito si rifugiò nel regno di Parma, a partire dal 1797 e per diversi anni. A Parma Clelia continuò i suoi studi e intraprese numerosi viaggi, visitando giardini e orti botanici, incontrando scienziati, raccogliendo nuove piante. Con sapiente abilità riuscì a collezionare in pochi anni circa 1700 specie di nuove piante, coltivate nel suo giardino di Pegli, come testimonia il catalogo edito nel 1812. L’orto botanico della villa Grimaldi diventò famoso e molti ne parlarono. La perdita del marito segnò profondamente la donna, che, senza prole, si ritirò a Pegli sino alla sua morte, avvenuta il 27 maggio 1837.
Anche la statua a lei dedicata celebra l’unico aspetto per il quale Clelia voleva essere ricordata: quello della donna di scienza. Appare umile e caparbia, tiene un libro in una mano e un ramoscello nell’altra, ha lo sguardo assorto di chi ama lo studio, tiene i capelli raccolti dietro la nuca. Su ordinazione di Ignazio Alessandro Pallavicini, così ne fissa l’immagine lo scultore Giovanni Battista Cevasco.
 
[...] Leggendo questo libro ho avuto la sensazione di ricordare, come se il paesaggio nel quale si sono svolti i fatti descritti e hanno vissuto le persone citate fosse ancora nella mia memoria; forse sono incline a farmi suggestionare, o forse c’è qualche strascico genetico che mi lega a questo territorio di ponente che è stato la terra dei miei vecchi, ma è certo che le ricerche di Cavallo portano a un approccio naturale e spontaneo con il passato.
Silvana Ghigino Architetto e Paesaggista Direttore Parco Durazzo Pallavicini
Un viaggio affascinante nella storia di Pegli, cittadina rivierasca divenuta parte della Grande Genova, dal 1835 al 1935. Gli sviluppi urbanistici, i personaggi, i fatti locali di cent’anni così caratterizzanti per conoscere e comprendere la Pegli di oggi. Uno sguardo curioso e attento scorre di pagina in pagina attraverso momenti, scorci e approfondimenti, coinvolgendo il lettore nella gioiosa partecipazione dell’autore, mai banale o cattedratico, in un percorso interessante e piacevole dalla prima all’ultima pagina. Un altro sogno nel cassetto realizzato dall’amico Walter Cavallo, pregevole tassello a dar seguito al precedente “Alla ricerca di Ignazio Alessandro Pallavicini, uomo del Risorgimento italiano”.
Aldo Turati Presidente della Scuola Musicale Giuseppe Conte, costituta a Pegli nel 1896

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