Frecce appena scoccate
molte avide prue
giungono simultanee
penetrando, al colpo di cannone,
l’immaginario confine.
Stridori di tese dolenti ferramenta
urti tra obliqui scafi
grida di eccitati equipaggi
che onde e vento
imparzialmente schiaffeggiano.
Liquida immensità
calamita non resistibile di curiosità umana
mille volte percorsa
mai posseduta.
Accoglie rigetta schianta
ambiziose prue
che ritte onde schiumanti
svelano fragili.
Bacino di eterne lacrime
di risa, di pianti.
Sfinito mi abbandono
sulla liscia sponda dello scafo,
aspirando a fondo
un rugoso rotolo di tabacco.
Tutto è lasco,
le scotte e il mio pensiero.
Guardo grato i compagni
e il liquido verde azzurro
che ci sguscia attorno.
Frecce appena scoccate
molte avide prue
giungono simultanee
penetrando, al colpo di cannone,
l’immaginario confine.
Stridori di tese dolenti ferramenta
urti tra obliqui scafi
grida di eccitati equipaggi
che onde e vento
imparzialmente schiaffeggiano.
Nell’oscurità diafana,
fruscio di carezzevoli onde
scandisce il silenzio.
La luna
faro sospeso
sbianca la distesa superficie
di un mare dormiente.
M’incoraggia
come sguardo di madre
a pensieri fiduciosi.
Incantato dall’infinito universo,
veglio
in attesa paziente del rosato tepore
che la ventura alba irradierà,
del profilo nasuto
di un’ambita isola lontana.
Grigio e potente
da lontano sei corso fin qui
rabbioso e schiumante
a portar scompiglio
su spiagge fino a ieri accarezzate
che oggi percuoti senza sosta.
Lanci nell’aria spruzzi di angoscia
provocando l’orgoglio del marinaio
che a lungo ti fissa
come si ammira un grosso felino
in bilico
tra timore
e voglia di mettersi alla prova.
Frecce appena scoccate
molte avide prue
giungono simultanee
penetrando, al colpo di cannone,
l’immaginario confine.
Stridori di tese dolenti ferramenta
urti tra obliqui scafi
grida di eccitati equipaggi
che onde e vento
imparzialmente schiaffeggiano.