Bracciano

Sabato 1 dicembre alle ore 17,30
nella sala Conferenze del Museo Civico di Bracciano, (Roma)

“Il vento che scombinava gli odori”
di Elvira Bianchi



Sabato 1 Dicembre, alle ore 17,30, nella sala Conferenze del Museo Civico di Bracciano, ci sarà l’incontro con l’autrice Elvira Bianchi, per parlare del suo libro “Il vento che scombinava gli odori”, pubblicato da Liberodiscrivere edizioni di Genova nella collana Fantagraphia, a cura di Anna Maria Fabiano. L’evento, organizzato dal gruppo culturale TEO, Territori Ed Oltre, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Bracciano, prevederà, oltre alla lettura di alcune fiabe tratte dal libro, un laboratorio espressivo che coinvolgerà i bambini nella creazione di disegni e marionette, e un’animazione musicale.


“….Già nella piccola filastrocca che introduce la raccolta, l’autrice svela la sua ricetta, fatta di colori, capriole, giochi che, ben miscelati, vanno a comporre storie da gustare, fortemente evocative di suoni, suggestioni e profumi. Storie che mi piacerebbe continuare a definire ancora una volta favole ecologiche, perché alla fine il loro scopo, sia pure non prefissato, appare proprio quello di salvaguardare l’ambiente, di spingere ad amare la natura, di inculcare, ma senza forzature didattiche o precettistiche, il rispetto per l’ambiente.
   Sennonché, a rileggere poi tutto ancora e ancora e ancora, e senza un briciolo di noia, ci accorgiamo che l’elemento ecologico è solo uno degli aspetti che caratterizzano la prosa favolistica di Elvira Bianchi. E che si sposa con simpatia e naturalezza ad altri elementi, che sono altrettanti importanti e oltremodo suggestivi.
C’è intanto un dato speciale, e da sottolineare: la curiosità dei personaggi.
   Sì, i personaggi di queste storie, nei quali di certo e in vario modo, si riflette l’eclettismo e la variegata personalità dell’autrice, sono vogliosi di esplorare la realtà che li circonda, e lo fanno sempre con grande allegria, un’allegria che riescono a comunicare e che diventa contagiosa di pagina in pagina.   
   La scimmietta Carmela, il gelataio Guglielmo,  il gabbiano Nostromo, la strega Lilì… che è bionda e ha la pelle color della luna; il cane Chiodo che somiglia alla sua padroncina; e poi la tartaruga Gelsomina, che se ne vuole andare in città, anche se il pappagallo Rodolfo la mette in guardia… e quegli attori che girano, girano e recitano sempre la stessa commedia…  e quel treno che parte per Borgogaio dove si rilassano tutti, anche avvocati e professoresse, che sono felici di poter naufragare nel mare speciale di una campagna incontaminata, dove tornare bambini e liberarsi del peso dei vincoli che tengono prigioniera la nostra bella esilarante fantasia.
   E poi c’è il viaggio. 
   Il viaggio è il filo rosso che lega quasi tutti i racconti, viaggio non solo fisico, ma del cuore e della mente, uniti alla ricerca della sorpresa e del lato giocoso della vita.
   Si intuisce che l’autrice conosce il mondo, non solo perché lo ha girato davvero in lungo e in largo, ma perché lo ha fatto con la voglia di amarlo intero, di apprezzarne le sfumature, di coglierne particolari che sarebbero poi tornati sempre a nutrire la quotidianità e a limitarne la strettezza, a umanizzarla in modo libero e aperto e a neutralizzarne il grigiore.  
   L’autrice ama il mondo e fa della sua varietà il centro focale della sua attenzione fantasiosa.
   Infine le parole. Le parole di Elvira sono belle. Mi si perdoni la banalità dell’aggettivo, ma non trovo altro che possa esprimere meglio un narrare… così delizioso, proprio perché richiama alla mente immagini di un vivere sereno, in mezzo alla crudezza del presente.
  In questa bellezza di cose serene, pulite e gioiose,  in questa semplicità bambina che non è semplicismo bensì scelta consapevole, auguro al lettore, adulto o bambino che sia, un tuffo rinfrancante.”  (dalla prefazione di Anna Maria Fabiano)

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