Sabato 3 ottobre 2009 alle ore 17
presso la Sala Chierici della Biblioteca Civica Berio
Via del Seminario 16 Genova
Sabato 3 ottobre alle ore 17 a Genova presso la Sala Chierici della Biblioteca Civica Berio viene presentata la pubblicazione “Le Parole dell’Arte”, primo libro della collana che l’Accademia Ligustica di Belle Arti avvia in collaborazione con le edizioni “Liberodiscrivere®”.
Alla presentazione interverranno Emilia Marasco, direttrice dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, Alessandra Gagliano Candela, docente di Storia dell’Arte presso l’Accademia e curatrice del progetto, Antonello Cassan, editore di “Liberodiscrivere” e gli studenti dell’Accademia che hanno partecipato al progetto “Le Parole dell’Arte”, che comprende la pubblicazione e una mostra che si inaugurerà alle ore 17.45 presso la Sala Mostre della Bliblioteca Berio.
Curata da Alessandra Gagliano Candela, “Le parole dell’arte” nasce come una ricerca didattica al confine della storia dell’arte, o forse alla sua origine. Indaga quello che per gli storici dell’arte è un linguaggio specifico, che insieme con l’occhio attento al particolare diventa un bagaglio indispensabile, i loro “ferri del mestiere”, dal punto di vista dell’artista. Parte dalle parole che ogni giovane artista ha riconosciuto importanti per lui, quindi dai concetti che ognuno ha ritenuto fondamentali e, attraverso un percorso personalissimo, arriva ad un lavoro che le reifichi.
La ricerca non è stata facile ed ha coinvolto, con modalità diverse gli studenti dei trienni e quelli dei bienni specialistici dell’Accademia Ligustica. Il punto di partenza è stato per i primi un’indagine sugli artisti che consideravano più vicini alla propria ricerca e su quelle che erano le caratteristiche che riconoscevano loro. Con i secondi, sono stati analizzati alcuni testi storici, critici e di artisti, smontando il loro linguaggio e riflettendo sui concetti che maggiormente emergevano dalla lettura. Lo scopo era, in entrambi i casi, di ritornare alla radice della relazione tra la parola e il linguaggio artistico, ricomponendo una sorta di “grado zero”. Ognuno ha poi approfondito la ricerca per conto proprio. E’ scattato a questo punto il cortocircuito ed ogni studente, o gruppo di studenti ha elaborato un lavoro.
La mappa che ne scaturisce è ovviamente complessa e varia da una indagine sugli strumenti dell’arte ad una elaborazione concettuale alle radici della propria matrice artistica, un affiorare allo stato cosciente di una dimensione linguistica personale, nella quale ciascuno ha lavorato con il medium che gli era in quel momento più congeniale.
Si passa quindi dal video di Giulia Avvenente, Lorena Balboni, Jessica Paderi,Laura Rossi, che ripercorre con grande freschezza le parole e, quindi, i concetti che fanno risalire all’arte, in un viaggio che parte dalla vita, anche personale e arriva alle opere d’arte, all’indagine sugli strumenti del proprio percorso artistico nell’installazione fotografica di Andrea Ponte, che significativamente accoppia la matita ed il computer. Si entra nella poliedrica presentazione del contemporaneo di Valentina Persico, una serie di foto rubate alla quotidianità, che ha cercato una parola chiave in grado di riassumere la complessità dell’arte.
Il gioco si fa riflesso nell’installazione di Lara Grillo, dove la mano dell’artista si combina con il graffito e lo specchio che inserisce la parola e l’immagine di chi legge, in un circolo virtuoso che ripropone la relazione parola-immagine. E un codice particolarissimo si annida nei dipinti di Stefania Gessi, nascosto negli sguardi dei bambini di diverse etnie che osservano un mondo dominato dal codice a barre. Mauro Panichella ripete in una scannerizzazione puramente concettuale l’immagine di quello che uno scanner, suo frequente strumento di lavoro, non può fare, e lo fa mimando con la pittura il movimento dello scanner accompagnato dalla ripetizione ossessiva di una frase che ritma il passaggio di medium.
Michela Ruisi indaga la luce con il suo corpo in una performance video nella quale la body painting assume un chiaro sapore matissiano, dove la luce si fa colore e il colore si fa luce.
Su una lavagna l’installazione di Lyubomir Naydenov combina l’intervento sull’incisione degli ex-libris con parole scritte in bulgaro, che per la loro difficoltà di comprensione assumono la valenza di segni, giocando tra la tecnica e la parola. Giulia La Manna graffisce la superficie trasparente del plexiglas con parole che si ricollegano all’origine dell’uomo secondo gli Antichi, intrecciando le parole con le immagini dell’Androgino, singolare unione di maschile e femminile.
Elena Aromando lavora sulla trasposizione dei linguaggi, creando dispositivi di una visione complessiva, simultaneo passaggio tra la parola e la cosa. Intima(Mente) La casa di Celestina è un gioco multiforme, una rete che racchiude parole e immagini in ordine sparso, che Emanuela Tortello scompone e ricompone in continuazione.
La parola si fa indagine, segno, spunto concettuale, riflessione dell’arte su di sé e al di fuori di sé, tracciando un circuito elettrico che dalla storia giunge alla contemporaneità e ritorna alla storia. Il lessico dell’arte si apre in nuove congiunture, in altre direzioni, che non ignorano il passato, ma lo rivivono e lo reinterpretano. Il gioco continua ed ogni artista racconta in breve la propria esperienza. Poche parole ed il circuito riprende vita.
La mostra rimarrà aperta fino al 16 ottobre, dal lunedì al sabato, con orario 14.30-18.30
ACCADEMIA LIGUSTICA DI BELLE ARTI GENOVA
Sede e Segreteria:
Largo Pertini, 4 (Piazza De Ferrari) Genova
Tel 010560131 – mail: info@accademialigustica.it
Per info: Antonello Cassan editore di Liberodiscrivere®
tel 3356900225 - mail: acassan@liberodiscrivere.it
www.Liberodiscrivere.it