Venerdì 27 maggio 2011 alle ore 21 Teatro Hops Piazzetta Cambiaso 1, 16123, Genova
AURELIANA STAHL presenta
COSI’ CANTO’ ZARATHUSTRA
L’ARTE E LA POESIA di AURELIANA STAHL
AURELIANA STAHL, soprano
PAVAAN VADIRAJ, pianoforte
ORHAN BAREESHI KAMUSSEN, voce recitante
Regia: MARGHERITA MARCHESE SCELZI
Testi di Friedrich Z. Nietzsche e Aureliana Stahl
Musiche di Verdi, Puccini, Haendel, Boito, Bellini,Wagner, Nietzsche.Testi poetici e filosofici da Friedrich Nietzsche e Aureliana Stahl.
Una suggestione tra ispirazione poetica, filosofica e melodramma totalmente originale.
AURELIANA STAHL PROJECT prende forma dall'incontro dell'artista-fotografa e regista Margherita Marchese Scelzi con la misteriosa diva Aureliana. L'empatia artistica e intellettuale fuori dall'ordinario scaturita dall'incontro ha dato origine al progetto, che si prefigge non solo di creare e promuovere forme d'arte contemporanea e "sperimentale", ma anche di rivivificare la tradizione in forme non convenzionali e trasversali.
Dopo lo spettacolo, Madame Sthal sarà a disposizione del pubblico maschile per eventuali suggerimenti.
Aureliana Stahl nasce all’Ankara ( Turchia), da una ricchissima famiglia di trafficanti d’armi.
Orfana di madre viene messa sotto tutela presso una zia,. A causa di una salute fragile fin dai primi anni, la piccola Aureliana viene condotta lontano dagli insani climi steppici e vive i primi anni della giovinezza in totale solitudine, a Palazzo Sakaria, una delle residenze di famiglia sull’altopiano anatolico in riva all’omonimo fiume. Fin da ragazza coltiva lo studio di svariati strumenti musicali dal Rabab, antecedente egizio del violino al Kanun, sorta di arpa eolica. Accompagnandosi agli strumenti la sua voce forte e ombrosa viene notata da un noto biscazziere, che utilizza Palazzo Sakaria come fulcro nodale per organizzare le numerose ribellioni popolari che si stavano diffondendo a macchia di leopardo in tutta l’Asia Minore, tutte finite tragicamente in bagni di sangue. Fuggita da Palazzo, confiscatole dai ribelli,la giovane Aureliana si rifugia a Damasco presso un Califfo Ommayadi,che innamoratosi perdutamente di lei, e volendone ottenere i favori, la impone come Diva assoluta nei più importanti teatri di Asia Minore e Sud est asiatico.
Ma Aureliana non cederà mai, alle ripetute profferte del magnate. Di carattere enigmatico, solitario e spesso glaciale, quasi indifferente, Diva Aureliana difficilmente si concede al pubblico.
Questa è una delle rarissime occasioni.
Pavaan Vadiraj è nato in uno dei quartieri più poveri e degradati di Mumbaj, ultimo di nove fratelli, e non ha mai conosciuto suo padre. Ha iniziato la sua carriera come sguattero in un lussuoso albergo, divenendo ben presto, per le sue spiccate doti cameriere di sala; un giorno gli è stato rivelato che avrebbe suonato il pianoforte, ma che non avrebbe mai dovuto toccarne uno; avvicinatosi ad uno dei grandi strumenti dell’albergo, si accorse di saper suonare se non proprio da virtuoso, almeno in modo più che decente; e da quel momento suona sempre con i guanti. Notato da un ricco inglese fu invitato a suonare sul suo yacht. Iniziò così il periodo “marittimo” di Pavaan che trascorse diversi anni suonando su panfili e navi da crociera nell’0ceano Indiano. Proprio su una nave avvenne il fondamentale incontro con la cantante turca AureIiana StahI della quale divenne accompagnatore stabile e seguace, pur non capendo assolutamente nulla di opera lirica e di vocalità. Con AureIiana ha girato il mondo tenendo numerosissimi concerti. Pavaan ha in India quattro mogli e nove figli (che sicuramente non sono i suoi). Da bambino è stato morso da un serpente velenoso, ma, senza nessuna cura, non ha riportato alcun danno. AI largo delle coste della Malaysia è stato I’unico superstite di un naufragio nel quale perirono tutti i 18 passeggeri del panfilo su cui si trovava; rimase tre giorni in mare senza nulla a cui aggrapparsi e senza saper nuotare, prima di venir ripescato. Egli sa di non essere immortale, ma si comporta come se Io fosse. Pavaan parla 14 lingue e dialetti indiani senza averli mai studiati, ma non parla I’italiano. Non sa guidare l’automobile e non usa il computer. Non conosce esattamente la sua data di nascita, ma stima un’età compresa fra i 50 e i 55 anni.. Pavaan adora Aureliana, ma non sopporta Orhan.Si dice, infatti, che dopo aver iniziato l'attore al gioco della Dama, lo costringa a interminabili partite. Lo sfortunato Bareeshi è attualmente debitore di qualche milione di rupie. Sulla sua testa pende ora un mandato per insolvenza di cui si occuperà il foro di Calcutta.
Orhan Bareeshi Kamussen
Orhan Bareeshi Kamussen nasce a Pristina da artisti circensi. La sua è una famiglia ebreo/turco/ortodossa che lo alleva nella più stretta osservanza del rituale Chassidico. Un forte legame unisce fin dalla più tenera infanzia il piccolo Orhan al nonno, un celebre kabalista in odore di santità, e si dice, Messia nascosto. Per onorare la figura dell'avo Orhan prese la sacra abitudine di non togliersi mai il cappello. Il padre domatore di oche, lo avvia dopo un lungo apprendistato, alla sua stessa carriera, lasciandolo erede di un branco di palmipedi, con il quale il piccolo Orhan non entrerà mai in profonda relazione, vivendolo sempre con profondo conflitto. Il branco infatti sfortunatamente lo abbandonerà, lasciandolo solo e disoccupato. Sposatosi in seguito con una ricca proprietaria avicola, aprirà una rosticceria-polleria celebre per patè de fois e salame d'oca con finocchietto ed anice. Viene scoperto dalla giovane Aureliana, ghiotta di petto d'oca, che lo avvia alla difficile arte della declamazione.
Margherita Marchese Scelzi
“Osservo la vita dal basso verso l’alto, obliquamente, attraverso uno specchio che mi proietta oltre l’apparenza.”
In seguito ad esperienze in qualità di assistente di fotografi pubblicitari, di moda e di architettura, comprende di avere appreso tutto quello che non le interessa fare, quindi decide quale sarà il suo stile: andare contro lo stile e disobbedire, disobbedire, disobbedire…
parallelamente esercita l’attività sporadica di regista teatrale di performances indescrivibili, che le fanno guadagnare il sospetto e l’avversione di molti addetti ai lavori e non solo, soprattutto dopo aver conseguito varie menzioni speciali della critica in alcuni festival teatrali. Quando le domandano come si definirebbe come fotografa risponde “una disertrice”, quando le domandano chi sono stati i suoi insegnanti, risponde Tristan Tzara, Andrè Breton e Max Ernst. Inizia la ricerca estetica e personale e si dedica alla. fotografia di reportage, approfondimento della tematica “still – life” e architettura in bianco e nero prevalentemente su soggetti antipatici e definiti inutili. Realizza reportage e servizi per riviste, ritratto ambientato e posato per artisti del campo della musica classica, dell’opera lirica, del teatro e per gli artisti in genere, ma anche per tutti gli altri, se la chiamano. E’ nota soprattutto per le complesse ed estenuanti ma indimenticabili “regie fotografiche”, sessioni che vedono coinvolti soggetti e collaboratori in raffinate e surreali rappresentazioni da lei ideate. Determinante il sodalizio artistico con l’editore Antonello Cassan, Liberodiscrivere edizioni, con cui presenta il progetto “I vizi capitali e l’astinenza”, libro, mostra e rappresentazione teatrale. Attualmente impegnata a infrangere schemi con Cassan in progetti di fotografia artistica sia espositivi che editoriali e performativi . Ha esposto in Italia, Israele, e Austria. Di prossima realizzazione un progetto per il Regno Unito.
Teatro Hops Piazzetta Cambiaso 1, 16123, Genova
Ingresso: euro 15
Prenotazioni e informazioni: http://www.hopsgenova.it/